Lavori autostradali assegnati in cambio di tangenti, anche nascoste nei vasi di fiori, operai inviati in cantiere senza formazione e falsi attestati firmati da persone decedute. È questo il quadro tracciato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere in un’inchiesta che coinvolge cinque persone, tra cui un funzionario del Consorzio Stabile Sis, concessionario dell’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno, e quattro imprenditori attivi tra Napoli e provincia.
Al centro dell’indagine, coordinata dal procuratore Pierpaolo Bruni e condotta dal sostituto procuratore Giacomo Urbano con i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta, ci sono accuse a vario titolo di corruzione, turbativa d’asta e falso. A dare il via all’inchiesta è stata, nel luglio 2024, la denuncia di Giorgio Grappasonni, funzionario di Autostrade per l’Italia, che ha riferito di un tentativo di corruzione subito da Antonio Giardino, titolare della “La Gardenia srl”, affidataria di lavori da 3 milioni di euro. Grappasonni ha raccontato di aver ricevuto un’offerta in denaro da Giardino, respinta, per evitare contestazioni su irregolarità nei lavori.
Dalle indagini è emersa l’esistenza di un sistema ben rodato guidato da Giardino e dal socio Tommaso Mauriello, che, attraverso le imprese “La Gardenia” e “MT Ecogroup srls”, si sarebbero aggiudicati appalti in tutta Italia corrompendo funzionari o favorendo imprenditori amici. Tra i principali episodi documentati, una tangente di 6.500 euro suddivisa in tre tranche consegnata da Giardino a Bruno Antignani, funzionario del Consorzio Stabile Sis, per agevolare l’affidamento di lavori sulla Napoli-Salerno. Una delle somme, 1.500 euro, sarebbe stata nascosta in una busta infilata in un vaso di fiori davanti all’abitazione del funzionario.
Antignani avrebbe ricevuto, oltre al denaro, anche prestazioni gratuite da parte di operai e ditte collegate a Giardino e Mauriello, come piccoli lavori in casa ed espurgo. In un altro episodio, i due imprenditori avrebbero offerto 15.000 euro al funzionario per ottenere in anticipo informazioni sensibili sulle offerte concorrenti in una gara per la manutenzione del verde pubblico.
C’è anche un secondo filone d’indagine relativo ai falsi attestati di formazione per gli operai impiegati nei cantieri. Secondo la Procura, Barbara Sposato e Giovanni Castiello, titolari della “Total Care Service srl”, ente accreditato alla Regione Campania, avrebbero predisposto documentazione irregolare su richiesta di Giardino e Mauriello, necessari per l’impiego degli operai della MT Ecogroup, impegnata in subappalto anche nella manutenzione della Tangenziale di Napoli.
Gli inquirenti segnalano che uno dei lavoratori così “formati” è rimasto gravemente ferito in un incidente avvenuto l’8 aprile scorso. Solo dopo l’infortunio, Giardino avrebbe tentato di sanare la posizione dell’operaio fornendo, retroattivamente, documentazione fasulla. Tra i certificati sequestrati, alcuni risultano firmati dal marito della Sposato, deceduto da tempo.