Pensi ai giovani cresciuti nel settore giovanile del Napoli e ovviamente i primi profili che vengono in mente sono quelli di Antonio Vergara e Giuseppe Ambrosino, protagonisti del match di Coppa Italia contro il Cagliari. Magari adesso che sono finiti sotto la luce dei riflettori suscitano l’interesse del grande pubblico. In questa fase della stagione, complice anche qualche infortunio di troppo nel reparto mediano, probabilmente il centrocampista rientrato in prestito dalla Reggiana, potrebbe ritagliarsi un discreto minutaggio nelle rotazioni. Ma quanti conoscono veramente la loro storia? Un percorso lungo, cominciato da pre-adolescenti. E culminato con una serie di prestiti, dopo la classica trafila nelle varie categorie del vivaio, prima di rientrare alla base, così da esprimersi su palcoscenici più esigenti.
Accordi pluriennali sui campi
Sembrerà strano, ma quando si prova a raccontare la fabbrica del talento partenopeo, si fa un ricorso smodato, ai limiti dell’abuso dialettico, di termini come cantera o scugnizzeria. Peccato si usino quasi sempre in maniera ironica, preferendo sottolineare quello che manca, piuttosto del buono, che comunque c’è. Insomma, il pregiudizio ideologico, o peggio, la cattiva informazione, troppo spesso fanno trattate l’argomento con una certa superficialità. Perché, che piaccia o meno, la gestione dei prospetti è una parte cospicua del lavoro portato avanti dal club partenopeo. E se i Soloni che puntano il dito, accusando la società di trascurare il prodotto a “chilometri zero”, avessero sbirciato qualche partita degli azzurrini, a Cercola (casa di Primavera e Under18), oppure presso il Centro Kennedy (dove giocano Allievi e Giovanissimi), si saranno sicuramente resi conto della bontà del lavoro svolto finora. Inutile spendere nomi; forse attualmente non veicolano alcuna emozione nel tifoso medio. Però i più attenti li avranno segnati in rosso sulle distinte di gara, poiché nei prossimi anni potrebbero sbarcare nel professionismo.
La verità è che la volontà della proprietà rimane quella di trasformare profondamente il Napoli, in tutti i suoi aspetti. Modellandone l’identità con un lavoro minuzioso e costante, affinché acquisisca un’immagine diversa, maggiormente orientata all’internazionalità. In questo scenario, la mancanza di una struttura polivalente di proprietà viene compensata proprio dagli accordi stretti con chi amministra Cercola o il Kennedy. Investimenti pluriennali che permettono di rivolgersi al mercato dei giovani talenti con una logica diversa; spendendo con criterio, riscoprendo un patrimonio funzionale a valorizzare prospetti con ampi margini di crescita. Ed al contempo, aumentando il livello competitivo della Primavera, che con i risultati delle ultime settimane sta fortemente mettendo in discussione il proprio ruolo, dando vita a una rincorsa capace di portarla in breve tempo dal fondo alla metà della classifica. Oggi, per esempio, ha conquistato una bella vittoria (3-1) contro la Fiorentina capolista.
Progetto “Under23”
Nel frattempo, la dirigenza del club azzurro, da qualche anno sta lavorando all’espansione del suo serbatoio giovanile, consapevole che il calcio moderno impone nuove strategie di crescita. In soldoni, è necessario investire più tempo e risorse in questa direzione. Perciò, nonostante manchi il convitto, i giovani calciatori, almeno i maggiorenni, provenienti da fuori regione e messi regolarmente sotto contratto, vengono ospitati presso una struttura ricettiva a Pomigliano; quindi vicinissima a Cercola, sede degli allenamenti (con annesso servizio navetta). Allora, si può discutere dei metodi, ma quando la strategia è supportata dai risultati, diventa complicato continuare a obiettare o polemizzare.
Senza dimenticare che De Laurentiis, navigando sotto traccia, ha dato mandato di aprire un nuovo filone che integri il valore complessivo del Napoli. In questo senso, rientra il progetto “Under23”, cioè la creazione di una squadra “B”, da iscrivere il Lega Pro. Soluzione che ha già fatto le fortune di Juventus, Inter e Atalanta. Un po’ meno, del Milan, retrocesso la passata annata in Interregionale. Per non essere da meno alle altre “big” della Serie A, dunque, il cine-produttore ha investito di studiare la fattibilità del progetto a Omar Milanetto. Per cui l’ex calciatore del Genoa (esperienza come capo scouting con Torino, Genoa e Cesena), è sbarcato all’ombra del Vesuvio questa estate proprio per rinforzare il settore, lavorando come figura di riferimento, assieme a Peppe Santoro, per ampliare la struttura tecnico-dirigenziale della società partenopea. E portare avanti un diverso approccio allo sviluppo dei talenti.
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