Restano in libertà i componenti della famiglia Moccia, per la Procura di Napoli, a capo dell’omonima famiglia malavitosa di Afragola, in provincia di Napoli: la decima sezione del tribunale del Riesame di Napoli (presidente Gallo) ha rigettato l’appello presentato dagli inquirenti contro la scarcerazione sopraggiunta tempo fa – per decorrenza dei termini di custodia cautelare – di 15 imputati al processo in corso a Napoli. Il ricorso avverso alla scarcerazione riguarda, tra gli altri, i fratelli Antonio, Luigi e Gennaro Moccia. Alcuni dei 15 imputati scarcerati sono sottoposti a misure cautelari come il divieto di residenza in Campania e Lazio. Regioni dove, secondo i carabinieri del Ros e la Procura di Napoli si concentrano le attività economiche della famiglia ritenuta malavitosa. Dopo tre anni dall’inizio del processo di primo grado con 48 imputati e 60 udienze celebrate, l’iter giudiziario non è ancora giunto a una sentenza e secondo il collegio difensivo ci sarebbe stato un andamento troppo lento delle udienze. Per l’esame del comandante del Ros dei carabinieri quando ci furono gli arresti, Andrea Manti, c’è voluto un anno e mezzo. Ma ancora prima il processo aveva subito uno stop non previsto di quasi sei mesi, quando il gup di Napoli ha rinviato a giudizio gli imputati affidando però al tribunale di Napoli Nord, che ha sede ad Aversa, la competenza per il dibattimento. Il tribunale di Napoli Nord si è dichiarato però incompetente e ha ripassato la palla ai colleghi del palazzo di giustizia napoletano. La stessa Procura di Napoli, con i pm Ivana Fulco e Ida Teresi, aveva lanciato poi degli allarmi sull’eccessiva durata del processo già nel marzo 2023, paventando il rischio della scarcerazione di molti imputati. Un anno dopo i pm hanno sollecitato la celebrazione di un numero maggiore di udienze ma non è stato possibile accogliere la richiesta per l’alto numero di procedimenti di cui è oberato il collegio.

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