Il dibattito sul terzo mandato per governatori e sindaci torna a infiammare la scena politica italiana. Il leader della Lega, Matteo Salvini, a margine di un evento a Villa Borghese, ha aperto a una possibile modifica della normativa già entro l’autunno. “Se facciamo veloci, sì”, ha risposto a chi gli chiedeva se i tempi fossero compatibili con le prossime scadenze elettorali.

La proposta alimenta subito le polemiche. Il sospetto, sollevato da più parti, è che la mossa sia cucita su misura per Luca Zaia, governatore del Veneto in scadenza di mandato. Salvini respinge con fermezza le accuse di “legge ad personam”: “Non facciamo le leggi per una persona. Il principio è: in questo momento storico c’è la fila per fare il sindaco o il governatore, con tutti i problemi che ci sono? Se trovi uno bravo, è giusto che la gente se lo tenga stretto per tutte le volte possibile. Non è per Zaia, Fedriga o Salvini. Se siamo convinti, la facciamo, sennò andiamo avanti”.

A intervenire nel dibattito è stato anche lo stesso Zaia, che ha scelto Facebook per chiarire la sua posizione: “La questione del terzo mandato non è una legge ad personam. C’è un’Italia a macchia di leopardo: alcuni governatori possono ricandidarsi all’infinito, ad altri è imposto uno stop. È ora di fare un ragionamento con il Governo”.

Durissima la replica del centrosinistra. Il segretario regionale del Pd Veneto, Andrea Martella, accusa il centrodestra di trasformare la politica veneta in un teatrino: “È incredibile che a pochi mesi dalle elezioni regionali siamo di nuovo a discutere della poltrona di Zaia. Dopo 15 anni di governo e tre mandati effettivi, si continua a tentare di tenerlo in gioco. La Corte Costituzionale è stata chiara, ma si cerca ancora di aggirare le regole. Ancora una volta la politica veneta viene ridotta a spartizioni di potere, mentre famiglie e imprese aspettano risposte su lavoro, caro energia, sanità, fuga dei giovani e ambiente”.

Sulla stessa linea la capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani: “Vera o strategica che sia, l’apertura di Fratelli d’Italia è il segno di un’alleanza di destra che piega le regole democratiche ai propri interessi. Dopo i recenti pronunciamenti della Consulta e l’impugnazione della legge trentina da parte del Governo Meloni, siamo di fronte a una virata che lascia sbalorditi. Il Veneto viene trattato come merce di scambio tra i partiti della maggioranza. Senza rispetto per niente e nessuno, e attraverso schermaglie prive della minima coerenza e responsabilità. Quale credibilità hanno le aperture sull’ennesimo mandato per Zaia quando sono pronunciate da chi fino a ieri negava anche solo la possibilità di pensarci?”.

Il dibattito sul terzo mandato non riguarda solo il caso Veneto, ma rischia di aprire un fronte nazionale destinato a pesare sulle prossime elezioni regionali. In alcune regioni, come la Lombardia, non esiste alcun limite ai mandati; in altre, come il Veneto, il tetto dei due mandati resta in vigore, creando un’asimmetria normativa che alimenta il confronto politico e costituzionale.

Per ora resta l’incognita dei tempi. Se il Parlamento dovesse procedere a una riforma rapida, la modifica potrebbe arrivare in tempo utile per rimettere in campo anche chi, come Zaia, sembrava destinato al passo indietro

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