Ancora telefoni cellulari e droga all’interno del carcere minorile di Nisida. Lo denuncia il Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria (Sappe), che ha segnalato due nuovi episodi avvenuti nel corso del fine settimana. Venerdì mattina, durante una perquisizione ordinaria, è stato rinvenuto un microtelefono nascosto all’interno di un televisore. Secondo le prime ricostruzioni, il dispositivo sarebbe stato nella disponibilità di un detenuto straniero maggiorenne. Sabato sera, invece, gli agenti sono riusciti a intercettare una busta passata tra due celle nel secondo reparto del primo piano: al suo interno era occultato un piccolo quantitativo di sostanza stupefacente. I detenuti coinvolti, in questo caso, sarebbero minori italiani.
“Si tratta di un ottimo lavoro del personale di Polizia Penitenziaria – ha commentato Federico Costigliola, responsabile Sappe Campania per il settore minorile – che con grande professionalità è riuscito a garantire ancora una volta la sicurezza e la presenza dello Stato all’interno dell’Istituto”.
Duro il commento del segretario generale del sindacato, Donato Capece: “Questi episodi sono il frutto di anni di politiche ipergarantiste nelle carceri, dove con la vigilanza dinamica e il regime aperto si è permesso ai detenuti di gestirsi autonomamente, anche nei reparti minorili, con maggiorenni ristretti accanto a minori”.
Capece ha ribadito la necessità di schermare le strutture penitenziarie per impedire il funzionamento dei telefoni introdotti illegalmente, misura ritenuta l’unica realmente efficace: “L’introduzione del reato penale per il possesso di telefoni in carcere non ha dato i risultati sperati. La polizia penitenziaria continua a lavorare tra mille difficoltà, con pochi mezzi e personale insufficiente, ma resta in prima linea nel contrasto all’illegalità”.