Restituire a Napoli una visione di lungo periodo e un ruolo da vera metropoli europea. È l’obiettivo del “Progetto Napoli Metropoli”, iniziativa promossa da Sud Protagonista e illustrata dal presidente regionale Salvatore Ronghi e dal segretario cittadino Pietro Funaro, impegnati in queste settimane in incontri con movimenti e associazioni civiche. L’intento, spiegano, è creare un’area civica che raccolga competenze, idee e risorse per il rilancio della città. «Napoli ha perso da anni una propria visione – affermano Ronghi e Funaro – prima con il sindaco De Magistris e poi con Manfredi. La città è sempre più lontana dagli standard delle principali metropoli europee e al di sotto delle sue potenzialità». I due dirigenti puntano il dito contro un centro storico “sempre più anarchico” e periferie “emarginate e distanti”.

Funaro critica anche la gestione dell’attuale sindaco: «È concentrato sulle grandi opere e sul ruolo nazionale nell’Associazione dei Comuni, ma Napoli è alla deriva. Serve tornare a un turismo internazionale, non essere solo la città delle pizzette e delle friggitorie».

Il progetto, spiegano, è stato avviato sei mesi fa insieme a varie associazioni e con l’impegno della consigliera regionale Marì Muscarà, candidata al Consiglio regionale con Sud Protagonista nella lista Cirielli Presidente. Al gruppo si è aggiunto anche Giovanni Pagano, anch’egli candidato regionale. «Il percorso è legato alla Regione – aggiunge Ronghi – perché è da una guida di centrodestra che possono arrivare le condizioni per realizzare le grandi opere e dare una visione vera alle nostre città».

Proprio Muscarà interviene anche sul recente dibattito relativo al “Faro di De Luca”, progetto collegato a Napoli Porta Est. «Le parole di Cirielli confermano quanto denuncio da anni: era l’ennesimo monumento all’ego del governatore – afferma – un’opera faraonica e inutile, nata per alimentare il culto della personalità e drenare risorse che servirebbero a sanità, trasporti e servizi».

La consigliera ricorda di aver sollevato il caso con interrogazioni e question time: «Nel marzo scorso denunciai i costi della propaganda istituzionale: 700 milioni per due torri da 100 e 80 metri, 400mila euro per la comunicazione del bilancio regionale, 25mila euro per due pagine pubblicitarie sul Corriere della Sera».

«Tutto questo mentre ospedali e trasporti sono in sofferenza – conclude –. Con il naufragio del progetto del Faro si conferma che avevamo ragione: era un’operazione d’immagine pagata dai cittadini».

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