Un’imponente operazione della Guardia di Finanza ha scoperchiato un sistema corruttivo radicato all’interno del Comune di Sorrento. L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Torre Annunziata, ha portato all’arresto di 16 persone, tra cui l’ex sindaco Massimo Coppola, già detenuto dal 21 maggio scorso per essere stato colto in flagranza mentre intascava una tangente. In manette anche funzionari comunali e imprenditori, con accuse che spaziano dalla corruzione al peculato, fino alla turbata libertà degli incanti.
Le indagini hanno preso una svolta grazie al gesto disperato di un imprenditore vessato dalle continue richieste di denaro da parte del sindaco. L’uomo si è rivolto alla Procura, confessando che stava pensando al suicidio, esasperato nonostante avesse già pagato tangenti in cambio di appalti. Il procuratore Nunzio Fragliasso ha definito il gesto un atto di coraggio che ha dato il via a una complessa attività investigativa culminata nell’arresto in flagranza di Coppola e del suo collaboratore Francesco Di Maio.
L’inchiesta ha passato al setaccio 36 appalti pubblici per un valore complessivo di oltre 35 milioni di euro, tra cui circa 4,5 milioni provenienti da fondi del PNRR e del FESR. Al centro del meccanismo illecito figura anche Raffaele Guida, noto come “Lello il sensitivo”, ex cartomante e considerato il factotum del sindaco. Guida, al quale erano già stati sequestrati 167mila euro, si presentava agli imprenditori come “vicesindaco” grazie a una presunta “autoinvestitura astrale”, come ironicamente annota il gip nell’ordinanza. Le tangenti versate variavano tra il 6% e il 10% del valore degli appalti.
Durante le perquisizioni sono stati sequestrati 47.660 euro in contanti e due orologi di lusso. Le indagini hanno inoltre rivelato l’esistenza di una fitta rete di favoritismi e benefici personali gestiti da Coppola, che avrebbe usato una carta bancomat intestata a un’associazione culturale senza scopo di lucro, “La Fenice”, per pagare soggiorni privati e acquistare beni di lusso. L’associazione, formalmente diretta da un giovane prestanome, operava esclusivamente attraverso affidamenti diretti pilotati dal Comune, permettendo al sindaco di appropriarsi dei fondi pubblici destinati a eventi musicali e turistici.
Secondo quanto ricostruito dalla Guardia di Finanza di Massa Lubrense, almeno 34mila euro sarebbero stati spesi in viaggi, abiti e orologi di alta gamma grazie alla carta di debito dell’associazione, sulla quale affluivano le differenze tra i contributi erogati dal Comune e le spese reali degli eventi, molto più basse.