Ancora un caso controverso agita la tornata elettorale a Senerchia, piccolo comune irpino di appena 750 abitanti, che già aveva fatto discutere per l’insolita presentazione di ben 21 liste elettorali, molte delle quali composte da candidati provenienti da fuori regione. Stavolta, al centro della polemica, c’è il simbolo di una delle liste escluse temporaneamente dalla competizione: un contrassegno che riporta il fascio littorio romano, emblema legato all’ideologia fascista.

La decisione è stata presa dalla Commissione elettorale provinciale di Avellino, che ha sospeso la lista in questione per 48 ore, imponendo ai promotori la sostituzione del simbolo. Nel verbale ufficiale della Prefettura si legge chiaramente che il contrassegno “fa riferimento ad ideologie autoritarie, come tali vietate dalla Costituzione e dalla legge del 20 giugno del 1952”. La normativa richiamata è la cosiddetta Legge Scelba, che vieta l’apologia del fascismo e l’utilizzo di simboli che rievocano il disciolto partito. I promotori della lista avranno dunque due giorni di tempo per presentare un nuovo simbolo. In caso contrario, saranno esclusi dalla competizione amministrativa in programma il 25 e 26 maggio.

Ma il simbolo contestato è solo l’ultimo episodio in un contesto elettorale già anomalo: delle 21 liste presentate a Senerchia, solo due – quelle guidate dai candidati Michele Di Muro e Concetta Varalla – risultano composte interamente da residenti, a rappresentanza rispettivamente dell’ex maggioranza e dell’ex opposizione. Il consiglio comunale era stato sciolto in seguito alle dimissioni della precedente amministrazione.

Please follow and like us:
Pin Share
Facebook
YouTube