Il centrosinistra torna a farsi sentire con due voci diverse, ma convergenti nell’obiettivo: costruire un’alternativa al governo guidato da Giorgia Meloni. Da una parte Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, dall’altra Matteo Renzi, leader di Italia Viva. Entrambi intensificano il confronto politico in vista delle prossime elezioni, delineando strategie e identità del campo progressista.

Ospite di “Otto e Mezzo” su La7, Schlein ha attaccato frontalmente la presidente del Consiglio, accusandola di subordinare l’interesse nazionale a quello di alleati internazionali. “Giorgia Meloni sta piegando la testa a Trump e alle multinazionali americane. Fino a che punto si spingerà per compiacere Trump e Orban e andare contro l’interesse italiano?”, ha dichiarato. “Non vincerò dicendo che Meloni è come Trump, ma spiegando che le sue scelte vanno contro gli interessi del Paese”.

Più tattico, ma altrettanto deciso, Matteo Renzi interviene dalle pagine di Repubblica lanciando l’idea di una “tenda riformista” nel centrosinistra. “Lo spostamento a sinistra della Schlein – afferma – può aiutare a costruire quello che oggi manca: uno spazio per chi non si riconosce in un Pd troppo sbilanciato ma vuole un’alternativa credibile a Meloni”.

L’ex premier non risparmia toni duri contro l’esecutivo: “Mi dicono: ‘Tu mi hai deluso, ma ora dobbiamo mandare a casa la fascistella’. Parole forti, ma come definire un governo che spia giornalisti e attivisti?”. Renzi rivendica di essere tra i più attivi all’opposizione: “In aula la premier entra sempre in crisi quando le elenco i suoi fallimenti. Ho scritto un libro per smascherarla, faccio podcast con Fedez per spiegare le contraddizioni della destra”.

I due leader restano su posizioni differenti, ma accomunati dalla convinzione che Meloni rappresenti un pericolo politico da contrastare. E mentre Schlein punta sul racconto delle scelte economiche e geopolitiche del governo, Renzi guarda alla costruzione di un nuovo spazio politico centrista. Entrambi, però, scommettono su una cosa: la stagione di Giorgia Meloni è tutt’altro che immune da critiche. E la battaglia per il consenso è solo all’inizio.

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