La Vela Gialla di Scampia è ormai ridotta a un cumulo di macerie. Dopo sessant’anni, il simbolo più controverso della periferia napoletana sta per scomparire del tutto. Dell’edificio rimane soltanto lo scheletro dell’ultimo blocco centrale, che verrà demolito nei prossimi giorni. I lavori, iniziati lo scorso marzo, procedono a ritmo sostenuto, come confermato dal sopralluogo effettuato oggi sul cantiere dai tecnici del Comune di Napoli e dai rappresentanti del Comitato Vele di Scampia.

L’intervento si inserisce nel più ampio progetto di rigenerazione urbana previsto dal piano “Restart Scampia”, che prevede non solo l’abbattimento delle storiche Vele, ma anche la costruzione di un nuovo quartiere ecosostenibile. Sul suolo che ospitava la Vela Gialla, nel cosiddetto Lotto A, sorgeranno 145 nuovi alloggi: 97 distribuiti su tre edifici e altri 48 nel Lotto L. Il piano include anche la realizzazione di asili nido, un Civic Center, spazi comunitari e un ecosistema urbano concepito secondo i più alti standard di efficienza energetica (nZEB – edifici a energia quasi zero).

Il cantiere coinvolgerà circa 100 unità lavorative, 25 ditte specializzate in subappalto e una cinquantina di professionisti, tra ingegneri e progettisti, tutti coordinati dall’Azienda Piloda Building, responsabile della riqualificazione.

Le Vele, costruite a partire dal 1962 con l’obiettivo di rappresentare un modello innovativo di edilizia popolare, negli anni hanno visto il loro nome legarsi sempre più al degrado urbano, alla criminalità organizzata e al traffico di stupefacenti. Dopo l’abbattimento della Vela Gialla, sarà la volta della Vela Rossa. Solo la Vela Celeste resterà in piedi, con un destino completamente diverso: sarà trasformata nella futura sede della Città Metropolitana di Napoli, attraverso un intervento di riqualificazione che la convertirà in edificio istituzionale.

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