Matteo Renzi torna ad attaccare frontalmente Giorgia Meloni e rilancia il tema della leadership nel centrosinistra, scandendo una serie di interventi tra Roma e Mestre nella fase finale della campagna elettorale regionale.

Il leader di Italia Viva accusa la presidente del Consiglio di puntare al Quirinale e di aver avviato una “operazione politica” contro Sergio Mattarella. “Meloni vuole tutto, anche il Colle. Non le basta Palazzo Chigi, non le basta un Parlamento che vota sempre sì, non le basta il governo più longevo. Ora mette nel mirino anche un galantuomo come Mattarella”, scrive su X Renzi, che denuncia una strategia volta a “indebolire l’arbitro”. “Per lei conta solo il potere. È iniziata l’operazione Quirinale: inventa un complotto al giorno pur di togliersi tutti di torno”.

Dalla conferenza stampa di Mestre, Renzi sposta poi il baricentro sulla politica economica, prendendo le distanze dalle proposte di patrimoniale circolate nel campo progressista. “Se pensiamo di vincere parlando di patrimoniale facciamo scappare anche i nostri. Il modo giusto non è fare la guerra alla ricchezza ma alla povertà: qui in Veneto la ricchezza nasce dal lavoro di chi si è spaccato la schiena”, afferma a sostegno del candidato Giovanni Manildo.

Il leader di Italia Viva insiste sul tema dell’unità del centrosinistra, convinto che solo un fronte ampio possa rendere contendibile la vittoria alla destra. “Alla fine delle elezioni regionali avremo più voti del centrodestra nelle sei regioni”, sostiene, ricordando i risultati ottenuti finora dalla sua Casa riformista. “Se al centrodestra contrapponi solo la sinistra ideologica, Schlein, Conte e Fratoianni, una parte degli elettori che non si riconosce in Meloni non vota. Se allarghi con un profilo riformista, si vince”.

Intervenendo a Roma all’evento per i 70 anni dell’Espresso, Renzi ribadisce che il problema del centrosinistra è “la mancanza di convinzione”: “Pensiamo che Meloni resterà lì per trent’anni e ci crede anche lei, che vuole andare al Quirinale. Nel 2022 il centrosinistra ha perso perché si è diviso. Se metti insieme i numeri, la partita è spalancata”. E avverte: “Se Meloni vince ancora, nel 2027 si prende Palazzo Chigi e nel 2029 il Colle. Sarebbe pericoloso dare tutto il potere alle sorelle d’Italia”.

A Mestre Renzi si sofferma anche sul futuro di Luca Zaia, al centro di un dibattito interno alla Lega e alla coalizione di centrodestra: “Più che ‘dopo Zaia’, il refrain è ‘schiva Zaia’. La guerra gliela stanno facendo dentro la Lega e nel centrodestra, che gli ha impedito un altro mandato. Non sanno cosa fargli fare: ministro? Consiglio regionale? Suppletive? Intanto lo parcheggiano. Noi mandiamo in Regione chi resiste: speriamo che Manildo ci vada con un ruolo di prestigio”.

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