La sconfitta del centrosinistra nelle Marche apre la riflessione nel campo progressista. Dal Pd arriva un messaggio chiaro: l’unità con M5s e Avs è condizione necessaria, ma non sufficiente per vincere. “Ai cittadini marchigiani abbiamo offerto una seria proposta alternativa per realizzare un cambiamento – osserva Elly Schlein – ma dobbiamo prendere atto che non ha convinto la maggioranza dei votanti. E che l’affluenza, scesa al 50%, è un dato molto preoccupante per la qualità della nostra democrazia”.
Concetto ribadito anche dal leader M5s Giuseppe Conte, che parla di “occasione mancata” e invita a riflettere sulla disaffezione al voto. Matteo Ricci, candidato del centrosinistra, rivendica una campagna “controvento”, condotta con il massimo impegno ma con forze impari rispetto a quelle del centrodestra, capace di mobilitare l’intero governo a sostegno del presidente uscente Domenico Acquaroli.
“Non è una corsa dei cento metri, ma una partita più lunga – avverte Pierluigi Bersani –. Quando parti da dodici punti sotto e recuperi, nonostante la sconfitta, bisogna guardare anche ai passi avanti fatti”.
Nelle analisi interne, i dem registrano un dato significativo: il voto alle liste della coalizione è stato inferiore rispetto a quello raccolto dal candidato, segnale di una fragilità politica prima ancora che personale.
Intanto dal fronte riformista, pur nella delusione, non c’è voglia di infierire sulla segretaria Schlein: “È un giorno complicato per tutti – sottolinea un esponente – ha perso il nostro partito, ma ora serve guardare avanti”.
L’agenda politica però non concede pause: all’orizzonte ci sono già le sfide in Calabria e nelle altre regioni al voto entro novembre. “Bisogna andare avanti sulla strada dell’unità – ribadisce Ricci – perché questa alleanza deve mettersi a disposizione del Paese”.