Il rebus delle candidature per le elezioni regionali di ottobre è tutt’altro che risolto. In Toscana, la posizione del governatore Eugenio Giani resta sospesa. Nessun via libera ufficiale alla sua ricandidatura è arrivato dall’incontro durato quasi quattro ore al Nazareno con la segretaria del Pd Elly Schlein, che punta alla costruzione di un campo largo, a partire dall’intesa con il Movimento 5 Stelle, che però, al momento, su Giani pone un veto. A pesare sulla decisione non sono soltanto gli equilibri interni al Pd, ma soprattutto il ruolo che i pentastellati potranno o vorranno giocare nella partita toscana. Una telefonata tra Schlein e Giuseppe Conte sarebbe servita a sondare la possibilità di riaprire il dialogo. Ma dal M5s, per ora, la risposta è fredda: “Giani non è la soluzione migliore”, ha ribadito il capogruppo alla Camera Francesco Silvestri.
Dal canto suo, Giani non si tira indietro: “Macché passo indietro?”, ha risposto ai cronisti. Tuttavia, ha affidato alla segreteria nazionale e a quella regionale del Pd la guida del percorso, dichiarando che ne rispetterà le conclusioni. Il tempo stringe: il voto è previsto per il 12 ottobre e trovare un’alternativa condivisa richiederebbe una mediazione rapida. I suoi sostenitori fanno leva sul consenso interno all’assemblea regionale del Pd, dove il governatore risulterebbe tuttora il più accreditato.
Sul fronte opposto, il centrodestra si prepara a un vertice mercoledì tra i leader di partito – Meloni, Salvini, Tajani e Lupi – per definire il quadro delle candidature. In Veneto, il presidente uscente Luca Zaia ha rilanciato l’ipotesi di una lista civica personale, in grado di intercettare anche l’elettorato non tradizionalmente di centrodestra. Una mossa che apre interrogativi sull’unità della coalizione.
Intanto, si scalda la partita in Campania, dove prende sempre più corpo l’ipotesi di una candidatura dell’ex presidente della Camera Roberto Fico. Il governatore Vincenzo De Luca, da sempre scettico su Fico, ha però riconosciuto un cambio di tono da parte di Conte: “Ha avuto una posizione corretta, ha detto che prima di parlare di nomi si discute di programmi”. Anche dal M5s arriva un segnale: “A breve avremo una risposta – ha detto Silvestri – e sarà un’ottima risposta”.
Resta aperta anche la questione del rinvio delle elezioni, sollevata dal presidente del Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga, preoccupato per i possibili effetti di un bilancio provvisorio nelle Regioni chiamate al voto in autunno. Un’ipotesi al vaglio è lo slittamento delle urne o una norma ad hoc.
In un quadro ancora frammentato, la strategia del Pd appare chiara: nessuna corsa solitaria, ma trattative fino all’ultimo per costruire coalizioni ampie, anche a costo di rallentare le ufficializzazioni. La Toscana resta il banco di prova decisivo.