A pochi mesi dalle elezioni regionali in Campania, il clima politico si fa sempre più incandescente, mentre restano ancora incerti data del voto e candidati ufficiali. In questo vuoto di definizioni, emergono le voci di chi chiede chiarezza e discontinuità con la lunga stagione politica di Vincenzo De Luca. Tra questi, la consigliera regionale indipendente Marì Muscarà, che oggi ha tenuto una conferenza stampa nella Sala “Don Peppe Diana” del Consiglio Regionale per lanciare un progetto civico alternativo.
“Altro che destra e sinistra. Noi vogliamo solo il bene di questa terra”, ha detto Muscarà, ribadendo la sua opposizione a un sistema che definisce “opaco e verticistico”. “La Regione a guida De Luca è stata gestita male. Non posso credere in alleanze tra PD, 5 Stelle e altri trasformisti dell’ultima ora. Cinque anni fa ho lasciato il Movimento 5 Stelle perché i tradimenti erano più forti degli impegni presi”, ha attaccato l’ex grillina, che ha presentato insieme a diversi esponenti civici un nuovo contenitore politico aperto alla società civile.
All’iniziativa hanno preso parte anche Salvatore Ronghi, presidente del movimento “Sud Protagonista”, Giuseppe Basile e Pietro Funaro del movimento “Evoluzione e Libertà”. Ronghi ha rilanciato un appello al centrodestra: “Serve un candidato presidente, serve un programma vero, serve ritrovare lo spirito di battaglia per cambiare davvero la Campania. Il centrodestra ha oggi una responsabilità vitale: salvare la Regione dal precipizio causato da sinistre fondate sull’inganno e sull’assistenzialismo”.
Ronghi ha anche rivendicato il risultato ottenuto a Napoli, dove grazie all’azione del governo e del sottosegretario Claudio Durigon, “ottocento disoccupati, selezionati in modo imparziale, potranno lavorare per il Comune e la Città Metropolitana”. Un modello che, ha detto, “dovrebbe ispirare l’intera Regione”.
Intanto, nel centrodestra nazionale si lavora sottotraccia alla selezione dei candidati attraverso sondaggi interni. Secondo quanto trapela da fonti di coalizione, si tratterebbe di un metodo “berlusconiano” per sondare l’effettivo gradimento dei profili in campo, tra cui anche quello del viceministro Edmondo Cirielli per la Campania. La strategia è la stessa anche per il Veneto, con l’obiettivo di definire le candidature entro l’autunno, quando le urne si apriranno – presumibilmente – a novembre.
Sul fronte del centrosinistra, il presidente uscente Vincenzo De Luca, pur ancora in attesa di ufficializzare la sua posizione, ha ormai riaperto il dialogo con il Partito Democratico e i 5 Stelle. Un riavvicinamento che per Ronghi “smaschera l’interesse personale del governatore e il vuoto valoriale del campo progressista”.
Nel frattempo, in altre regioni la macchina elettorale è già partita. Le Marche andranno al voto il 28 e 29 settembre, data stabilita dal presidente Francesco Acquaroli. In Toscana, il governatore Eugenio Giani ha dichiarato che si voterà il 12 ottobre, salvo intese su un possibile election day. Il centrodestra però spinge per portare Veneto e Campania alle urne il 24 novembre, ultimo giorno utile.
In Campania, però, la data è ancora un’incognita, e cresce la pressione sul presidente De Luca perché la renda pubblica. “La data del voto non appartiene a lui, appartiene ai cittadini”, ha attaccato Fulvio Martusciello, coordinatore regionale di Forza Italia.