SALERNO, ITALY - MARCH 06: Piero De Luca newly elected to the iitalian Chamber of Deputies, in the ranks of the Democratic Party, during a press conference in Salerno. Piero De Luca is the son of Vincenzo De Luca, the governor of Campania. During the election campaign his father has been in the eye of the storm because of polemics sprung from a Fanpage investigative report in which the other son, Roberto De Luca, has been denounced for a tendency to corruption related to waste disposal. Roberto De Luca resigned as council member for financial statements of Salerno city after the journalistic inquiry on March 6, 2018 in Salerno, Italy. (Photo by Ivan Romano/Getty Images)

A meno di tre mesi dal voto d’autunno in sette regioni, il “campo largo” resta incompleto. All’appello mancano ancora i candidati governatori per due sfide cruciali: Campania e Puglia. Proprio qui si concentrano le tensioni maggiori tra Pd, M5S e Avs, con incroci di ambizioni e resistenze interne che rallentano l’intesa.

In Campania lo scenario ruota attorno a Vincenzo De Luca, al potere da dieci anni. Sul tavolo c’è il nome di Roberto Fico, ex presidente della Camera e volto di punta dei 5 Stelle. Ma la sua candidatura è congelata, ostaggio del braccio di ferro interno al Pd. In gioco infatti c’è anche la guida del partito regionale, con l’ipotesi di affidarla a Piero De Luca, deputato e figlio del governatore. Una soluzione che, se accettata da tutte le componenti dem, potrebbe sbloccare anche la partita delle Regionali, aprendo la strada al sì definitivo su Fico. A breve è previsto un incontro tra il commissario regionale Antonio Misiani e i segretari provinciali per fissare regole e tempi del congresso. Intanto De Luca senior punta a collocare il voto il più tardi possibile, con novembre come data più probabile.

Situazione simile in Puglia, dove il centrosinistra parte favorito ma resta appeso a un equilibrio interno. Antonio Decaro, ex sindaco di Bari, ha dato disponibilità a candidarsi, ma chiede “zero intralci”: in altre parole, nessuna ombra ingombrante degli ex presidenti Michele Emiliano e Nichi Vendola, entrambi intenzionati a giocare un ruolo di primo piano in Consiglio. Decaro attende quindi una mediazione che possa sciogliere i nodi, con l’obiettivo di arrivare al via libera entro settembre.

Se il centrosinistra litiga sulle candidature, il centrodestra non è più avanti. Le uniche conferme ufficiali sono quelle di Francesco Acquaroli nelle Marche e Roberto Occhiuto in Calabria. Restano da sciogliere i rebus più delicati: in Campania, dove i nomi in campo sono Edmondo Cirielli (FdI), Giosy Romano (civico gradito a FI) e l’ipotesi Mara Carfagna, e in Puglia, dove Forza Italia spinge per Mauro D’Attis. Il Veneto, invece, resta il dossier più complesso: fuori gioco Luca Zaia per il limite dei mandati, Lega e FdI non hanno ancora trovato un accordo su un successore condiviso.

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