di Michele Vidone
Il boss di camorra Raffaele Stolder, 67 anni, è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Firenze nell’ambito della nuova inchiesta sulla strage del Rapido 904, il treno Napoli-Milano colpito da un attentato il 23 dicembre 1984 nella galleria tra Vernio (Prato) e San Benedetto Val di Sambro (Bologna). L’esplosione provocò 16 morti e 267 feriti. La notizia è riportata dal quotidiano La Nazione. Stolder è stato capo dell’omonimo clan camorristico, vicino al clan Giuliano di Forcella.
Non è la prima volta che l’inchiesta ipotizza il coinvolgimento di esponenti della criminalità organizzata, anche camorristica, insieme a settori deviati dei Servizi segreti ed estremisti di destra, nella pianificazione dell’attentato. Secondo quanto ricordato dal quotidiano, nel 2012 il collaboratore di giustizia Maurizio Ferraiuolo, nipote di Stolder, riferì ai magistrati che lo zio avrebbe ricevuto intorno al 2007 una proposta di accordo da parte dei Servizi per mantenere il controllo del territorio “di sua competenza” senza ricorrere alla violenza.
L’ex procuratore di Firenze Filippo Spiezia, alla vigilia del Natale 2024, aveva spiegato che nell’inchiesta sulla cosiddetta “strage di Natale” erano confluiti atti dei Servizi declassificati dall’Archivio storico centrale dello Stato, oltre a documentazione proveniente da altre sedi giudiziarie.
Per l’attentato del Rapido 904 esistono già condanne definitive: ergastolo a Pippo Calò, cassiere di Cosa Nostra, e 22 anni di carcere al cittadino tedesco Federico Schaudinn, trafficante di armi ed esplosivi. In passato fu processato anche Totò Riina come mandante: assolto in primo grado, il procedimento d’appello si estinse con la sua morte, dopo che la Corte aveva disposto la riapertura dell’istruttoria.
