Da un paio di settimane a questa parte le aspettative del Napoli nel Primavera1 sembrano migliorate, rispetto al momento grigio che hanno vissuto gli azzurrini negli ultimi tre mesi. La squadra che aveva vinto solamente all’esordio, ad agosto, contro il Cagliari, finalmente la scorsa settimana interrompe la desolante striscia di 7 sconfitte consecutive in campionato, strappando un punticino al Monza. Oggi, invece, battendo la Juventus (2-0), può guardare al futuro, tutto sommato, con un rinnovato e moderato ottimismo.

Rocco ha fatto una scelta forte, schierando per l’occasione tra i titolari Saviano, stella della Under18, chiamato a comporre il tandem offensivo con Raggioli, ottimo nel lavorare spalle alla porta, oltre a mettersi al servizio dei compagni. Capacità, del resto, già palesata in altre circostanze. La rete del vantaggio è frutto proprio di una iniziativa individuale di Saviano, che in piena area di rigore resiste col fisico all’intercetto tentato da Verde, liberandosi poi al tiro.

A prescindere dal gol, appare subito chiara l’intenzione di privilegiare le ripartenze in campo lungo, appoggiandosi sulla fisicità della coppia d’attacco, secondo un canovaccio tattico definito pure dall’efficacia nel palleggio di Lo Scalzo, adeguatamente supportato dal binomio CimmarutaDe Chiara, dediti alla lotta ed al governo con la medesima intensità. E se sottopalla il Napoli optava per fare grande densità, senza alzarsi troppo in pressing, lasciando che i bianconeri consolidassero il palleggio, anche perché era comunque complicato sottrarre il pallone a profili assai qualitativi del calibro di Finocchiaro o Merola, la strategia predisposta dal tecnico dei partenopei produceva i suoi frutti, controllando gli spazi e presidiando gli ultimi sedici metri.

Insomma, i partenopei non si sono impegnati solamente in una ordinata e attenta fase difensiva. Al contrario, hanno ribaltato spesso il gioco, gestendo benissimo le transizioni nelle volte in cui gli è stata data l’opportunità di ripartire in contropiede, aggredendo lo spazio in profondità. Per esempio, rifugiandosi nelle volate in accelerazione di Colella sulla fascia destra. Certo, va detto che sul bilancio complessivo del match pesa il raddoppio di Gorica, appena entrato dalla panchina, maturato nel momento migliore della Juve, nato sì da un’azione insistita, nonché da un errore nelle marcature preventive della retroguardia ospite.

A veicolare una sensazione di nuova compattezza di squadra provvedono almeno un paio di ottime parate effettuate da Lattisi; Gambardella che toglie praticamente dalla linea un tap-in di Rizzo, che avrebbe obbligato il Napoli a vivere in affanno il quarto d’ora finale. Senza trascurare il sospiro di sollievo tirato qualche attimo prima, quando la Juve ha centrato l’incrocio dei pali con Contarini.

In definitiva, è una vittoria di prestigio, che inizia a ribaltare qualche convinzione sul gruppo, considerato con eccessiva fretta inadeguato per esprimersi in modo competitivo a questo livello. Magari il giudizio negativo è stato ingiustamente influenzato dalla classifica deficitaria; trascurando la contraddizione che ha caratterizzato l’inizio di stagione. Ovvero, che alla miseria di punti conquistati, non corrispondevano sempre performance deludenti sul piano del gioco. Allora, inizia a insinuarsi il pensiero che, nonostante gli azzurrini continuino ad essere invischiati nella lotta per la salvezza, in realtà siano decisamente più forti di come siano stati disegnati finora.

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