Con l’approvazione in Consiglio dei Ministri del diciassettesimo decreto attuativo della riforma fiscale, Regioni, Comuni, Province e Città metropolitane ottengono nuovi strumenti per la riscossione e la gestione dei tributi locali. Un passo importante verso una maggiore autonomia fiscale per gli enti territoriali, con ricadute significative su semplificazione e recupero dell’evasione.
Il provvedimento consente agli enti locali di introdurre autonomamente forme di definizione agevolata delle imposte – esclusa l’Irap – stabilendo in piena autonomia riduzioni o esclusioni di sanzioni e interessi, senza la necessità di legarsi a rottamazioni o sanatorie nazionali. Potranno inoltre inviare lettere di compliance e avvisi bonari per promuovere l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti.
Novità anche in termini di incentivi: i Comuni potranno applicare sconti su aliquote e tariffe in caso di pagamento con addebito diretto su conto corrente bancario o postale. Tra le misure principali, l’introduzione di un modello unico telematico per l’Imu e una maggiore proporzionalità nelle sanzioni relative a Imu, Tari, imposta di soggiorno e contributo di sbarco.
Un elemento chiave del decreto riguarda la lotta all’evasione: nel triennio 2025-2027, ai Comuni sarà riconosciuto il 100% delle somme accertate e riscosse in più rispetto agli anni precedenti, raddoppiando l’attuale quota del 50%. Un incentivo diretto alla partecipazione attiva degli enti nella riscossione tributaria.
Per le Regioni, viene introdotto l’avviso di accertamento esecutivo per velocizzare i tempi della riscossione e si semplifica la gestione della tassa automobilistica. Le Province, invece, beneficeranno di una correzione strutturale: il gettito dell’Imposta provinciale di trascrizione sarà assegnato alla Provincia in cui l’attività è effettivamente svolta, e non più dove ha sede legale l’azienda, eliminando così una distorsione fiscale.
“Autonomia e responsabilità possono camminare insieme”, ha dichiarato il viceministro dell’Economia Maurizio Leo, ideatore della riforma, sottolineando lo “spirito di piena collaborazione” tra Mef e ministero per gli Affari Regionali.