Una campagna elettorale serena, ma fondata su dati concreti e lontana da narrazioni distorte. È l’auspicio espresso dal ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, intervenuto ad Avellino alla presentazione del libro “80 passi in Rete – Vite oltre gli ostacoli” del giornalista Aldo Balestra. A margine dell’incontro, il titolare del Viminale ha lanciato un messaggio chiaro sul clima politico che precede le elezioni regionali campane: “È necessario distinguere la narrazione dalla realtà degli ultimi dieci anni di governo regionale”.

Il ministro ha poi puntato l’attenzione su un fenomeno crescente in alcune aree del Paese: quello delle cosiddette “liste tarocche”, composte ad arte da appartenenti alle forze dell’ordine per beneficiare di trenta giorni di congedo elettorale retribuito. Un fenomeno possibile nei piccoli comuni sotto i 5.000 abitanti, dove non è obbligatorio raccogliere le firme. “È un tema serio. Ho interessato il capo della Polizia e presenteremo una proposta concreta per intervenire su questa anomalia”, ha annunciato Piantedosi.

A Caivano, dove ha svolto un sopralluogo istituzionale, il ministro ha difeso il progetto del Governo in uno dei territori simbolo della lotta al degrado sociale e alla criminalità. “Abbiamo ottenuto risultati importanti, non solo sul piano repressivo, ma anche nella ricostruzione del tessuto sociale”, ha dichiarato, citando come esempio la riqualificazione del centro sportivo Pino Daniele, “oggi restituito ai giovani”. Piantedosi ha respinto le accuse di chi ha definito eccessiva l’attenzione riservata a Caivano: “Proprio da qui è nato un modello che stiamo estendendo ad altre otto realtà italiane. È una logica di recupero e rigenerazione, non solo di sicurezza”.

Infine, il ministro ha anticipato una possibile revisione delle procedure previste per lo scioglimento dei comuni per infiltrazioni mafiose: “Stiamo valutando se sia sempre la soluzione più efficace. Ragioniamo su una terza via, un modello di affiancamento ai sindaci attraverso le prefetture, per garantire legalità senza bloccare l’azione amministrativa”. Un cambio di passo, ha spiegato, che vuole rafforzare il ruolo dello Stato nei territori più fragili, senza ricorrere solo a misure drastiche.

Piantedosi ha così tracciato la linea di un Viminale impegnato a coniugare sicurezza, responsabilità e attenzione istituzionale, puntando su modelli integrati di intervento che vanno oltre la semplice repressione.

Please follow and like us:
Pin Share
Facebook
YouTube