Matteo Piantedosi esclude una sua candidatura alle prossime regionali in Campania. “No, non sono candidato, continuo a fare il ministro: è l’impegno che ho preso e porto avanti questa promessa”, ha dichiarato il titolare del Viminale a Quarta Repubblica, il programma condotto da Nicola Porro. Intervenuto su più temi di attualità, Piantedosi ha affrontato anche la questione della sicurezza. Sul rischio attentati ha precisato: “Non ci sono elementi concreti imminenti. Il tema che dobbiamo però tenere presente sono gli effetti di emulazione. È legittimo avere posizioni serie e di coscienza, ma attenzione ai toni: il rischio emulazione è reale”.

Quanto alla protezione dei cittadini israeliani in Italia, il ministro ha smentito ipotesi di accordi speciali. “Non c’è alcuna ingerenza, nessun accordo. Lo scorso anno un gruppo di cittadini israeliani ha trascorso le vacanze in Italia: non dobbiamo abbandonarli. Si uniscono alle migliaia di obiettivi che tuteliamo, da sempre sotto osservazione ci sono anche quelli israeliani”.

Piantedosi ha poi difeso l’azione del governo sugli sgomberi: “Il caso del Leoncavallo era normale, forse anche tardivo. Da quando ci siamo insediati sono stati eseguiti circa 4.000 sgomberi tra singole unità e interi stabili. Casapound e altri sono nella lista degli stabili da sgomberare: andremo avanti”.

Il ministro ha rivendicato anche i risultati delle operazioni di polizia nei quartieri più difficili delle grandi città. “A Roma, al Quarticciolo, dove si concentrano spaccio e degrado, ci sono stati oltre 250 arresti. Alcuni amministratori dicono che servono solo azioni sociologiche, di integrazione. È legittimo, ma intanto i cittadini ci chiedono sicurezza. Possiamo fare meglio e stiamo riflettendo anche su un aggiornamento delle norme”.

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