Una delle prime operazioni condotte dal diesse dell’Avellino, Mario Aiello, in vista dell’avventura in Serie B? Facile rispondere: aver prolungato il contratto di Luca Palmiero – tra i protagonisti della cavalcata promozione – fino al 30 giugno 2028. Sicuramente le sue doti tattiche, in materia di letture e capacità nel modulare i ritmi, hanno avuto un peso specifico non indifferente nella scelta della società. Dal canto suo, l’architetto del centrocampo irpino ha subito contraccambiato la fiducia. Non a caso, nell’amichevole di prestigio disputata contro la Lazio, allo “Stirpe” di Frosinone, nel memorial dedicato a Sandro Criscitiello, s’è preso la scena con una prestazione di spessore, buona per convincere la critica a premiarlo poi come migliore in campo. Insomma, il metronomo del gioco biancoverde, piuttosto di mantenere un profilo basso, arriva alla nuova stagione con grandi aspettative. E poco importa che i biancocelesti l’abbiano spuntata con un rigore in pieno recupero. E’ parso evidente, nel confronto con avversari del calibro di Vecino, Rovella, e Guendouzi, che Palmiero avesse le qualità per tenere il campo alla pari.
In generale, all’interno di sistema propositivo come quello di Biancolino, è proprio Palmiero il play deputato a gestire i flussi, piazzandosi davanti alla difesa, coprendo le spalle a una coppia assai dinamica. Palumbo, che nella sua versione delux strappa e dribbla nello stretto. Ma non disdegna il tempismo negli inserimenti, se intravede uno spazio da aggredire. E Sounas, abile nel proteggere palla in situazione di pressing, maggiormente orientato però a influenzare il gioco, esplorando la verticalità, e stimolando i movimenti degli attaccanti (Crespi o Favilli), invece di portarla in conduzione.
Al di là del contributo offerto in fase difensiva, nello schermare la zona di campo dietro alle mezzali, tuttavia l’importanza del metodista cresciuto nel settore giovanile del Napoli, con una solida esperienza in cadetteria maturata con le maglie di Cosenza, Pescara e Chievo, si palesa al momento della costruzione: si abbassa sempre incontro al possessore per ricevere lo scarico, quindi lavora sul breve, anche a specchio. Perché la prerogativa rimane quella di trovare la postura ideale per “guardare” la metà campo avversaria, così da favorire uno sviluppo lineare della manovra associandosi ai compagni, tenendo comunque la squadra stretta e corta. In definitiva, Palmiero ha le qualità tecnico-tattiche per adattarsi senza troppe difficoltà ad un campionato difficile come la Serie B, diventando il centro nevralgico del calcio verticale e aggressivo immaginato da Biancolino, simile a quello iperperformante già visto nella passata stagione in Lega Pro.
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