Con lo scudetto cucito in bella vista sulla maglia e la conferma di Conte in panchina, De Laurentiis sta vivendo un’estate senza precedenti. Magari in passato il “sistema-ADL” non prevedeva di riversare tutta la liquidità sul mercato dei calciatori, nonostante la direzione sportiva lavorasse comunque alacremente per garantire il miglioramento della rosa. A fare veramente la differenza, nella mentalità imprenditoriale del presidente, concorrono gli investimenti del club in servizi collaterali, che contribuiscono ad aumentare le entrate di cassa, piuttosto del capitale giocatori. Pensiamo, per esempio, alle sponsorizzazioni ed al merchandising: operazioni sicuramente più commerciali che tecniche. Lecito, allora, chiedersi cosa abbia generato questa evidente inversione di tendenza. Forse Don Aurelio sta facendo un pensierino alla prossima Champions?

Sbagliato considerarlo un esubero

In effetti, se sognare un lungo cammino nella riformata Coppa dalle Grandi Orecchie non costa nulla, il prezzo per allestire un Napoli decisamente competitivo anche sul fronte europeo presuppone una dote importante da mettere a disposizione di Manna. In tal senso, i circa 200 milioni di euro già stanziati possono apparire una discreta somma per lanciare in orbita le ambizioni degli azzurri. Ed arricchire qualitativamente la rosa, oltre che allungare numericamente le rotazioni. Perciò Darwin Núñez diventa una idea concreta della società partenopea, da mettere in concorrenza con Lukaku. Il Liverpool l’ha sparata grossa: almeno 70 milioni di euro per cedere l’uruguagio. Del resto, stiamo parlando di un profilo che ha appena compiuto 26 anni, pagato tre stagioni fa la bellezza di 100 milioni (75+25 di bonus) al Benfica. Titolare, tra le altre cose, di un ingaggio vicino ai 5 milioni annui.

Pensando a Darwin Núñez, la più ovvia delle riflessioni è che, nonostante coi Reds abbia vissuto un triennio di continui alti e bassi, conditi in ogni caso da un campionato vinto e 40 gol in 136 partite, possa calarsi perfettamente in Serie A. Un contesto dal livello medio abbastanza alto, ma meno intenso della Premier League. Eppure, Napoli potrebbe rappresentare l’occasione giusta per tornare il finalizzatore devastante, come ai tempi del Benfica, dove certamente ha offerto il meglio di sé, con 48 reti in 85 gare. Un lusso, quindi, per l’organico di Conte, invece di un rischio per l’alchimia del gruppo; in particolare, del reparto offensivo.

Alternativa tattica interessante

In realtà, l’eventuale arrivo di Darwin Núñez potrebbe mutare lo scenario tecnico-tattico dei Campioni d’Italia. Indubbio che l’Uomo del Salento lo scorso anno sia riuscito a instillare una grande cultura difensiva nei suoi ragazzi: un sistema fluido, capace di difendere a quattro oppure a tre, in cui l’affidabilità sotto la linea della palla la faceva da padrone. La vittoria del campionato, però, non deve far dimenticare qualche difficoltà di troppo palesata in attacco. Specialmente al cospetto di avversari estremamente feroci nell’esercitare pressione in ogni zona del campo, pure sulla rimessa dal fondo. Ecco che l’unica soluzione plausibile era il lancio lungo su Lukaku, e vediamo poi se succede qualcosa di interessante. Big Rom non sarà il letale realizzatore dei suoi anni migliori; nondimeno, resta un fenomenale esecutore di giocate spalle alla porta. Da cavalcare quando c’è necessità di far pesare una sponda o contendere una seconda palla a furia di sportellate.

A Darwin Núñez verrà chiesto in primis di aiutare l’allenatore a gestire le energie, distribuendo il carico tra due attaccanti. Offrendo dunque una valida alternativa nel ruolo, poiché lo interpreta in chiave moderna. Ergo, ha tutto ciò che serve a Conte per reinventare la fase offensiva. Muovendosi nella medesima scia dinastica di illustri centravanti uruguayani, tipo Luis Suárez o Edinson Cavani, è dotato di caratteristiche complementari al belga: esplosivo, adora andare in verticale. Al contempo, sa rendersi utile al gioco collettivo attraverso piccole cose, che non gonfiano le statistiche, ma creano plusvalore per i compagni. La prima regola da rispettare per ambire a ritagliarsi un posticino nelle gerarchie quasi “marziali” del Napoli attuale.

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