I comitati dei pendolari della Circumvesuviana hanno lanciato un appello diretto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per denunciare lo stato di grave deterioramento del servizio ferroviario sulle linee vesuviane gestite da Eav. Una lettera è stata inviata anche al presidente del Consiglio e al ministro dei Trasporti. A firmarla sono Enzo Ciniglio, Salvatore Ferraro, Marcello Fabbrocini e Salvatore Alaia, referenti di gruppi e comitati civici attivi nel territorio: “No al taglio dei treni della Circumvesuviana”, “Circumvesuviana-Eav”, il comitato “Cifariello” di Ottaviano e il comitato “E(a)vitiamolo” di Sperone.

“Non è possibile – affermano – che davanti allo sfascio delle linee vesuviane, il presidente della Regione Campania offenda chi protesta e millanti inesistenti miglioramenti. I dati forniti da Eav stessi dimostrano una riduzione dell’offerta chilometrica per il biennio 2022/2023 rispetto al 2013/2014, quando si operava con mezzi molto più limitati”.

I rappresentanti dei pendolari denunciano che, nonostante gli investimenti regionali, il servizio non è migliorato, anzi. “Il presidente di Eav, appena insediato, dichiarò che in pochi mesi avrebbe risolto i problemi delle linee vesuviane. Dopo dieci anni, i disservizi sono aumentati”. In particolare, contestano la decisione dell’azienda di anticipare l’orario estivo al primo giugno, riducendo drasticamente il numero di corse a 200 al giorno: “Un minimo storico per la Circumvesuviana”.

“Non era mai accaduto che l’orario estivo durasse tre mesi e mezzo – proseguono – e su nessuna linea RFI, spesso citata come modello, esistono tagli simili. I pendolari vesuviani non sono imbecilli, come ha insinuato De Luca, ma cittadini che difendono con serietà e prove inconfutabili il proprio diritto alla mobilità”.

Nella lettera al Capo dello Stato, i comitati chiedono che siano garantiti il rispetto e la tutela dei diritti costituzionali: “Basta offese e rappresentazioni fantasiose della realtà. I disagi sono quotidiani e sotto gli occhi di tutti, ma i cittadini non si arrendono”.

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