Per quanto fatto vedere quest’anno dal Napoli è davvero un peccato, se non addirittura uno spreco di talento, pensare che gli “azzurrini” debbano fare il Primavera2. In questo senso, la vittoria contro il Crotone (1-0) fortifica il progetto di rilancio, teso a conquistare la promozione attraverso i play-off. Del resto, i risultati aiutano a creare entusiasmo, sono sempre il propellente ideale quando c’è da inseguire un traguardo prestigioso. Allora, aver consolidato la posizione nella griglia della post season dall’assalto della Ternana rappresenta il punto di partenza per raggiungere poi l’obiettivo. Del resto, Dario Rocco ed i suoi ragazzi sono perfettamente consapevoli che il loro compito non è ancora esaurito. Adesso, infatti, sono chiamati a confermare le qualità dimostrate finora durante tutta la stagione regolare con l’appendice degli spareggi.
In effetti, al netto di qualche impercettibile passaggio a vuoto, tipo la sconfitta nello scontro diretto con il Frosinone, caratterizzata da una discutibile direzione arbitrale, la squadra partenopea ha avuto un rendimento costante, che non ha rallentato la crescita complessiva del gruppo. Mettendo comunque in evidenza alcune individualità di spessore, capaci di esprimere in maniera continuativa il loro talento. Perciò l’obiettivo rimane quello di risalire nella massima categoria, solo sfiorata lo scorso campionato, con l’eliminazione ai Quarti per mano dell’Udinese dopo i calci di rigore, che pregiudicò un cammino assai promettente.
Oltre Popović c’è tanta qualità
Insomma, l’allenatore della Primavera azzurra è riuscito a sviluppare una manovra efficace ed al contempo accattivante, pescando a piene mani all’interno del suo organico. Ricavando un impatto importante da Matija Popović, indubbiamente di un altro livello rispetto a un numero consistente di coetanei; tant’è vero che il quotidiano inglese “The Guardian” l’ha inserito nel listone dei principali prospetti mondiali nati nel 2006. Dopo averlo parcheggiato per sei mesi al Monza in mancanza di slot da destinare agli extracomunitari, in estate è finalmente tornato all’ombra del Vesuvio, trasformandosi in una risorsa preziosa. Generalmente Rocco schiera un 4-3-3 atipico, dove la verve del serbo, fisicamente devastante dall’alto di 193 cm di tecnica educatissima e letture sopraffine, sembra non essere l’unica fonte di produzione offensiva del Napoli. Talvolta agisce da falso nueve, altre si muove da trequartista o seconda punta. Un modo propositivo e mai speculativo di intendere il calcio in cui non c’è incompatibilità con il centravanti Raggioli (classe 2006), arrivato a 12 gol stagionali nonostante lavori in funzione del gioco e non solamente negli ultimi sedici metri.
Inoltre, non va trascurato l’effettivo valore del ritorno a gennaio di Lorenzo Russo (2005). Ceduto qualche mese fa al Torino con la formula del prestito accompagnato dal diritto di riscatto, al mercato di riparazione ha compiuto il percorso inverso, facendo vedere evidenti sprazzi di qualità e geometrie nella risalita dal basso, grazie a intuito e intelligenza pedatoria. Anche capitan Emmanuele De Chiara (2006), leader emotivo e carismatico del centrocampo partenopeo, sta vivendo una grande annata, spostando gli equilibri, da mezzala o associandosi a Russo nel sistema col doble pivote.
Ora sotto col Renate
Discorso a parte, invece, merita Mattia Esposito (2006). Un centrale che sta acquisendo una dimensione completa al comando della retroguardia. Probabilmente ha ampliato il suo menu di skill difensive pure in virtù delle svariate occasioni in cui Antonio Conte l’ha aggregato ai “grandi”. Per esempio, a marzo, durante la sosta per le nazionali, alla prima squadra mancavano ben 12 giocatori e nell’amichevole (travestita da allenamento congiunto) contro la Puteolana, è toccato proprio a Esposito essere presente e decisivo là dietro. Quindi s’è accomodato in panchina al Maradona, nel match con il Milan.
In definitiva, la post season sarà un momento fondamentale, seppur dal pronostico abbastanza illeggibile – in palio c’è soltanto una promozione -, per restituire il sorriso alla Primavera, offuscato dalla retrocessione digerita a fatica al termine della malinconica stagione 2022/23. La formula dei playoff prevede un Quarto in gara unica, sul campo della squadra meglio classificata: al Napoli è toccato in dote l’accoppiamento con il Renate, di scena la prossima settimana a Cercola.
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