Sotto certi punti di vista la promozione in Primavera1 del Napoli ha scatenato una tempesta perfetta in ottica mercato. Perché la rosa degli azzurrini è composta per la stragrande maggioranza da classe 2006, che il prossimo anno possono ancora disputare il massimo campionato dedicato alle squadre Under, assiema ai 2007. Una manna dal cielo per la società partenopea, che oltre alla nobiltà ritrovata, ha evitato pure un colossale bagno di sangue, considerando i limiti imposti dal regolamento. In effetti, rimanendo in Primavera2, i 2006 avrebbero assunto lo status di fuoriquota. Insomma, vincere i playoff è stato un grande affare. Senza trascurare un altro piccolo particolare: la stagione che verrà impone alla società di creare un gruppo forte ed assai competitivo, dovendo sostenere anche l’impegno internazionale della Youth League. Ovvero, la competizione pensata e organizzata dalla UEFA, come la versione giovanile della Champions League. Lecito allora chiedersi da dove nascano eventuali turbolenze.
Il fatto è che, soprattutto per questioni di budget, sulla scorta della mission aziendale in termini di primo contratto da professionista offerto ai calciatori formatisi in seno al vivaio, il Napoli attua una politica funzionale a rispettare rigidi parametri economici. Nulla di disdicevole, sia ben inteso. Del resto, non c’è una ricetta ideale per vincolare i propri gioiellini. Dipende dalle singole situazioni: tutto ruota intorno al potenziale talento da legare in maniera pluriennale. Evidente che nelle segrete stanze dei bottoni, alla Filmauro, hanno fatto da tempo una scelta parsimoniosa piuttosto che audace. In soldoni, costruire una Primavera sostenibile. Ma così è davvero possibile generare poi futuri ricavi?
Il Napoli attuale ha raggiunto un livello competitivo tale da annoverarlo giustamente tra i top club, almeno della Serie A. Per cui, pensare di travasare in pianta stabile con i “grandi” un profilo che ha scalato la gerarchia attraverso una lunga trafila nel settore giovanile, appare onestamente impraticabile. Eppure, ci sono società che riescono a generare profitti e plusvalenze in tal modo. Molti perciò tra gli addetti ai lavori si chiedono se il management partenopeo non stia facendo un errore di valutazione. La verità come sempre sta nel mezzo.
Tentazione svincolo
Nel frattempo, alcuni cercano di approfittare, allungando le mani su un organico ricco di individualità, nel quale spicca per esempio Mattia Esposito (2006), un centrale tatticamente evoluto, che sta acquisendo una dimensione completa al comando della retroguardia. Innegabile che abbia ampliato il suo menu di skill difensive in virtù delle svariate occasioni in cui Antonio Conte, a partire da gennaio, l’ha aggregato continuamente ai suoi uomini. A marzo, durante la sosta per le nazionali, al Napoli mancavano ben 12 giocatori e nell’amichevole (travestita da allenamento congiunto) contro la Puteolana, è toccato proprio a Esposito essere presente e decisivo là dietro, mostrando tantissima personalità sul rettangolo verde. Quindi, s’è accomodato in panchina al “Maradona”, nel match con il Milan.
Giustamente, dopo la strepitosa stagione appena finita, il suo valore di mercato è letteralmente schizzato alle stelle. Infatti, i soliti bene informati in tema di mercato stanno accendendo i riflettori sul ragazzo. Tralasciando la fila di club della Lega Pro, che hanno sondato il terreno, palesando un interesse per Esposito, ci sono almeno 3 squadre di Serie A (tra cui, sembra, una neopromossa), che vorrebbero tentare un approccio per convincerlo a cambiare maglia. Lui, formalmente libero da oneri contrattuali, potrebbe svincolarsi il 30 giugno. Uno scenario in cui sarebbe proprio il Napoli a “farne le spese”, perdendolo a parametro zero, qualora non si sbrigasse a blindarlo con un contratto adeguato. Per evitare rimpianti, basterebbe che gli venisse finalmente offerto un riconoscimento concreto, che ne premi la stagione da trascinatore.
Sul perché a Castelvolturno siano ancora titubanti, alimentando la possibilità che i rumors in merito alla sua partenza verso altri lidi siano veritieri e non speculazioni, ci sono pochi elementi. L’ipotesi più plausibile: il Napoli vuole affidargli la fascia di capitano e consegnargli le redini della Primavera, in Italia ed in Europa, elevandolo al rango di fuoriquota in Youth League, manifestazione in cui si possono schierare al massimo tre 2006. Forse un po’ pochino per un difensore con la sua dominanza fisica (è alto 1,92), cui associa una discreta reattività nel primo passo. Oltre a disporre di un patrimonio tecnico che non è esagerato considerare superiore a un mucchio di coetanei. Chiaro che una semplice firma cancellerebbe ogni ipotesi di scippo.
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