Di Rosario Caracciolo
A soli 14 anni, un ragazzo di Castello di Cisterna è stato sorpreso a spacciare droga, confidando candidamente ai carabinieri: “Non saprei fare altro”. Una frase che squarcia il velo sulla realtà drammatica che molti giovani vivono nelle strade del Napoli e dei suoi sobborghi.
Il prefetto Michele di Bari lancia l’allarme: la preoccupazione non basta. Servono azioni concrete, un impegno condiviso tra istituzioni, famiglia e comunità, per offrire alternative concrete alla strada e al crimine. La scuola, sottolinea il prefetto, resta il primo baluardo: a 14 anni un ragazzo dovrebbe crescere tra libri e compagni, non tra droga e violenza.
La rete di assistenti sociali dei Comuni e il sostegno alle famiglie sono strumenti fondamentali: la delinquenza minorile nasce spesso da fragilità ignorate, da famiglie lasciate sole. Comprendere e accompagnare questi ragazzi è essenziale, perché la strada della criminalità offre solo due sbocchi: carcere o morte.
Il caso del giovane pusher non è un episodio isolato: è un campanello d’allarme che chiede un’azione collettiva, decisa e costante, per restituire ai ragazzi di Napoli il diritto a un futuro sicuro, lontano dalla violenza e dall’illegalità.