foto Piccirillo

La vittoria contro il Pisa, in un match dove sicuramente non si è annoiato nessuno, ha generato intorno alla prestazione del Napoli una sensazione di sofferenza decisamente trasversale. Capace cioè di accomunare chi nutre una fiducia incondizionata nella squadra, rispetto a quelli che invece storcono il naso a prescindere.

Innegabile che entrambe le categorie debbano interpretare il posticipo alla stregua dell’automobilista sopravvissuto a un incidente potenzialmente disastroso. Insomma, pare che gli azzurri ieri sera l’hanno scampata davvero per un soffio, arrivando con il fiato corto a dover gestire l’arrembaggio finale dei nerazzurri, a caccia di un insperato pareggio. Nel complesso, un post gara difficilmente decifrabile. Che lascia comunque in dote una certa euforia per tre punti che significano il primo allungo in classifica. Oltre a certificare la voglia di vincere dei Campioni d’Italia. Una qualità concernente più gli aspetti emotivi che strettamente tecnici di questo gruppo.

Spinazzola MVP

NAPLES, ITALY - SEPTEMBER 22: Leonardo Spinazzola of SSC Napoli celebrates after scoring his side second goal during the Serie A match between SSC Napoli and Pisa SC at Stadio Diego Armando Maradona on September 22, 2025 in Naples, Italy. (Photo by Francesco Pecoraro/Getty Images)

Ma cosa non ha funzionato; o meglio, è andato a intermittenza? in primis, la mancanza di intensità, nonostante le percentuali di possesso fossero in ogni caso confortanti. In effetti, il palleggio del Napoli era paziente; per cui la palla veniva spostata da un lato all’altro del fronte offensivo. Senza riuscire a imbucare nello spazio tra la difesa e il centrocampo nerazzurro. Nondimeno, un contesto orientato a mantenere i ritmi bassi e compassati, aggravato dall’atteggiamento predisposto da Gilardino, bravo a creare una grande densità sottopalla all’interno della propria trequarti, ha reso necessario sbloccarla con una giocata estemporanea di Spinazzola, efficace nel saltare l’uomo al culmine di un’azione insistita sulla fascia. E dopo servire un succulento cioccolatino a Gilmour, che arrivando a rimorchio, lo deve semplicemente scartare. Non è un caso se la squadra partenopea ha sviluppato principalmente sugli esterni, grazie anche agli strappi di Politano: un altro giocatore rapido, dall’indole verticale. Che contribuisce ad abbassare la linea difensiva nerazzurra.

Una mediana claudicante

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Sarà pure retorico, ma va considerato che con le cinque sostituzioni non ci sono più veri panchinari. Tuttavia, forse Elmas ha pagato oltremodo l’intenzione di confermare quanto possa essere utile nelle rotazioni. Da qui, il diverso rendimento del centrocampo. Al contrario del macedone, che pur avendo senso della posizione, sembrava non riuscire a trovare le giuste distanze per associarsi a McTominay e De Bruyne, Anguissa ha immediatamente cominciato a parlare una lingua comune con i compagni. Non si tratta solamente di spaziature. Talvolta, a fare la differenza, provvedono dettagli davvero microscopici. L’impressione è che Elmas abbia peccato nella gestione dei momenti; maggiormente attento a coprire la zona di competenza, piuttosto di inserirsi alle spalle della mediana altrui, nelle fasi in cui al Napoli serviva qualcuno che si proponesse nei corridoi intermedi.

Il recupero di Lucca

Un discorso a parte merita la rete di Lucca. D’accordo la brillantezza della manovra corale che lo libera al tiro. L’azione nasce con lo scambio tra Lobotka e Di Lorenzo, arricchita dall’intuizione di McT nel verticalizzare di prima. Però la fame dell’ex Udinese, abbinata al fiuto da centravanti vero, che in area di rigore sente istintivamente la presenza del marcatore diretto, nonché del portiere, prima ancora di vederli, non va trascurata. Nel frattempo che lo scozzese rifiniva, il lungagnone sopportava la pressione asfissiante di Canestrelli, letteralmente aggrappato alla maglietta, pur di non lasciargli spazio, fino a costringerlo a cambiare la direzione della corsa. Lucca assume dunque una posizione alquanto defilata rispetto alla porta e riesce comunque a bucare Semper sul palo di competenza. Ma la velocità della sassata, unita all’angolo ristretto di tiro non ammette mistificazioni. E’ un gol bellissimo, per preparazione e finalizzazione.

In definitiva, Conte sta recuperando una risorsa importante, tirandolo fuori dalle sabbie mobili in cui magari era finito dopo la performance incolore contro il Cagliari. D’altronde, un attaccante quando non segna, sente un peso a tratti insostenibile, manco avesse un macigno a gravargli sulla schiena.

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