Un intervento d’urgenza al Santobono ha salvato la vita a un bambino di due anni che aveva ingerito una pila a bottone, una delle più pericolose insidie domestiche per i più piccoli. Il piccolo, ora ricoverato in terapia intensiva in prognosi riservata, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico per rimuovere la batteria incastrata nell’esofago e già causa di necrosi dei tessuti circostanti.
A dare l’allarme è stata la sorellina del bimbo, che ha notato l’ingestione dell’oggetto. In pochi minuti si sono manifestati i primi sintomi: difficoltà nella deglutizione e forte salivazione. I genitori hanno portato il bambino all’ospedale di Aversa, dove gli accertamenti hanno rivelato la presenza di un corpo estraneo. Da lì, il trasferimento urgente al Santobono.
È proprio qui che, dopo una radiografia approfondita, si è compreso che si trattava di una batteria a disco ormai aderente alla parete dell’esofago, con rischio imminente di perforazione della trachea e possibile coinvolgimento dell’aorta. I tentativi di rimozione per via endoscopica sono falliti, rendendo necessario un intervento chirurgico attraverso il collo, nell’esofago cervicale.
L’operazione, condotta da un’équipe multidisciplinare guidata da Giovanni Gaglione, direttore della Chirurgia Pediatrica d’Urgenza, ha permesso di estrarre la batteria senza ulteriori complicanze. Coinvolti anche anestesisti, chirurghi e la gastroenterologa Cristina Bucci, in un lavoro di squadra che ha fatto la differenza.
“La tempestività è fondamentale – spiega Gaglione – la corrente generata dalla batteria a contatto con i fluidi dei tessuti può provocare ustioni gravi, perforazioni e, nei casi peggiori, la morte per emorragia”. Ogni anno, ha aggiunto, si contano circa 25 casi analoghi trattati con endoscopia o chirurgia, un numero purtroppo in crescita.
“Questo episodio – conclude Rodolfo Conenna, direttore generale dell’Aorn Santobono Pausilipon – evidenzia l’importanza di una maggiore consapevolezza tra i genitori: oggetti di uso comune come le pile a bottone possono trasformarsi in trappole letali. Serve prevenzione e informazione per evitare tragedie evitabili.”