Una testa mozzata di capretto, insieme alla pelle scuoiata dell’animale, lasciata dentro un sacco nero davanti all’abitazione di Monza in cui vive. È la minaccia subita lo scorso 10 settembre da Giorgia Venturini, giornalista di Fanpage.it specializzata in criminalità organizzata. Il sacco era stato tagliato con precisione, in modo da rendere subito visibile il macabro contenuto.
Venturini ha immediatamente sporto denuncia ai carabinieri e le indagini sono ora affidate alla Direzione Distrettuale Antimafia, che ha disposto misure di vigilanza sia presso la sua abitazione sia nella redazione milanese di Fanpage. La giornalista, laureata in sociologia delle organizzazioni criminali, è autrice di numerose inchieste sulla mafia e da alcuni mesi affianca Francesco Piccinini nella conduzione del format investigativo “Confidential” su YouTube. Proprio stasera sarà regolarmente in onda, per raccontare anche la minaccia ricevuta.
Il gesto ha suscitato immediate reazioni di solidarietà dal mondo politico e giornalistico. I parlamentari del Partito Democratico in Commissione Antimafia hanno definito l’intimidazione “un vile atto mafioso” ribadendo che “colpire chi fa informazione libera significa colpire la democrazia”.
Sulla stessa linea Sandro Ruotolo, responsabile Informazione nella segreteria nazionale del PD, che ha sottolineato come “questo gesto richiami i simboli degli anni più bui di Cosa nostra” e come dimostri che “la mafia non è più un fenomeno confinato al Sud, ma radicata in tutta Italia”.
Duro anche il commento del presidente della Fnsi, Vittorio Di Trapani, che ha definito l’episodio “inquietante” e ha invitato il mondo dell’informazione a fare quadrato: “Le mafie non tollerano le luci accese sui loro affari. È indispensabile che nessun cronista venga lasciato solo”.
Un episodio che, alla vigilia del 40° anniversario dell’uccisione del giornalista Giancarlo Siani da parte della camorra, riporta al centro il tema della sicurezza dei cronisti d’inchiesta e della difesa della libertà di stampa.