Un messaggio minaccioso rivolto alla figlia della presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha scosso il panorama politico italiano, generando una reazione compatta e bipartisan di condanna e solidarietà. “Auguro alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola”, recita il commento apparso sui social e attribuito a un docente dipendente del Ministero dell’Istruzione. Una frase inquietante che evoca la tragica morte di Martina, la 14enne uccisa ad Afragola, e che ha portato all’apertura immediata di accertamenti da parte del ministro dell’Istruzione, Giuseppe Valditara.

Il post ha suscitato sdegno e allarme non solo per il contenuto ma anche per la provenienza: un educatore. La stessa premier è intervenuta sulla vicenda con un messaggio pubblicato su X, parlando di un “clima malato” e di “qualcosa di più oscuro” rispetto al consueto scontro politico. “Non è nemmeno rabbia. È qualcosa che racconta un odio ideologico in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Esistono confini che non devono essere superati mai”, ha scritto Meloni, invocando unità della politica contro ogni forma di violenza.

La solidarietà è arrivata da tutto l’arco parlamentare. Il presidente del Senato Ignazio La Russa e quello della Camera Lorenzo Fontana, così come i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, hanno definito il gesto “ignobile” e “un orrore”. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha espresso la propria vicinanza e ha rivelato, tramite “Il Giornale”, di essere stato a sua volta vittima di un attacco simile contro le sue figlie.

La sorella della premier, Arianna Meloni, ha reagito con parole dure: “Quanto ancora dobbiamo sopportare? Rispetto a questa ignobile barbarie tutto lo sdegno possibile”. L’abbraccio idealmente lanciato alla sorella e alla nipote è stato condiviso anche da esponenti dell’opposizione. La senatrice Simona Malpezzi (Pd) ha parlato di “attacchi vili e incivili”, mentre le capogruppo di Italia Viva, Maria Elena Boschi e Raffaella Paita, hanno espresso vicinanza e indignazione. Anche Carlo Calenda, leader di Azione, ha condannato il gesto.

Il ministro Valditara, oltre ad annunciare l’apertura di un’indagine interna, ha ribadito la centralità del ruolo degli insegnanti nella formazione civica e morale degli studenti, preannunciando sanzioni severe. “Non possiamo più tollerare comportamenti di singoli che sui social o in pubblico tradiscono il decoro e la dignità della professione. Il Ministero sanzionerà quanti non sono degni di far parte della nostra scuola”, ha dichiarato.

L’episodio riaccende l’attenzione sul livello dello scontro pubblico, sulla violenza verbale online e sull’urgenza di difendere i confini del confronto civile, nel rispetto della dignità e della sicurezza di ogni persona, soprattutto dei più giovani.

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