A definire il rendimento tenuto finora da Vanja Milinković-Savić in questo inizio di stagione contribuiscono le sue prestazioni, sicuramente superiori alla media dei colleghi, in Serie A. Per fisicità e caratteristiche tecniche che vanno oltre il mero istinto, una sorta di salvavita per il Napoli: alle sue parate Conte deve una percentuale cospicua del fatturato in classifica. La qualità degli interventi effettuati contro l’Inter, per reattività e senso della posizione, fotografa quanto nelle fortune degli azzurri sia stato determinante il portiere serbo, che si è nuovamente imposto all’attenzione generale della critica dopo la serataccia di Eindhoven, candidandosi al ruolo di ritrovato protagonista.

Effettivamente, Milinković-Savić sembra aver pagato un po’ il salto dal Torino alla durezza dell’ambiente napoletano: un passaggio obbligato per la stragrande maggioranza di chi aspira a diventare veramente un top player. In tale scenario, uscire dalla comfort zone, e vivere quotidianamente l’alta classifica, oltre alle serate di Champions, gli sta consentendo di assaporare la realtà da una prospettiva completamente diversa.

Ieri sera ha confermato l’impressione di aver inciso tantissimo nella vittoria sui nerazzurri, impattando con sicurezza: al 15’ con la partita ancora sullo 0-0, Spinazzola sbaglia il controllo sulla pressione di Barella. A quel punto, la palla schizza verso Lautaro Martínez, che si presenta a tu per tu col portiere. Bravo a restare in piedi, senza lasciarsi prendere dall’apprensione, invita di fatto l’argentino a calciare, chiudendogli poi con il corpo lo specchio della porta. Nel recupero del primo tempo un altro esempio di reattività e prontezza nei riflessi: Çalhanoğlu calcia al volo dal limite dell’area; Milinković-Savić allunga la traiettoria in tuffo con una parata magari poco appariscente. Ma se intervieni veicolando sicurezza, garantisci dosi massicce di serenità a tutti i compagni. Naturalmente, queste due giocate forniscono una prospettiva parziale del cambio di rotta operato dalla squadra partenopea.

Il contributo di Vanja ha rappresentato una variabile pure sotto l’aspetto offensivo. La presenza di Neres là davanti, come “falso nueve”, piuttosto di Lucca, l’ha messo infatti nella condizione di esplorare la profondità, calciando lungo, con l’intenzione di scavalcare la mediana e stimolare direttamente alla ricezione il brasiliano, imponendogli un ulteriore passo in avanti per determinare, al di là degli interventi tra i pali.

D’altronde, l’ex granata interpreta il ruolo in chiave propositiva: davvero l’archetipo dell’estremo difensore moderno, che sposta gli equilibri e incide concretamente sui risultati del Napoli. Dimostrando abilità con i piedi, sia quando è chiamato a collaborare nella risalita dal basso, gestendo la pressione degli attaccanti non andando in affanno. Che nelle occasioni in cui legge la situazione.

In ottica futura, l’infortunio di Meret arriva in un momento decisivo della stagione, perché adesso obbliga Milinković-Savić a un banco di prova importante per definire, anche a livello carismatico e di leadership, quanto ampi possano essere i suoi margini di miglioramento. Giustificando un investimento economico da 21,5 milioni di euro: 15 per il prestito oneroso, e 6,5 per l’obbligo di riscatto.

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