Nel comizio di chiusura della campagna elettorale a sostegno del candidato del centrodestra alla presidenza del Veneto, Alberto Stefani, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni è tornata sul tema delle liste d’attesa e sulla gestione sanitaria regionale. Dal palco di Padova, la leader di Fratelli d’Italia ha sottolineato come, a suo avviso, la responsabilità dei ritardi nelle prestazioni sanitarie non sia imputabile al governo nazionale. «La sinistra dice che le liste d’attesa sono colpa del governo. Quello che possiamo fare è aumentare le risorse e definire linee generali, ma poi come vengono spese dipende dalle Regioni», ha affermato.

Meloni ha quindi messo a confronto due modelli amministrativi, citando il Veneto e la Campania come esempi agli antipodi: «Vorrà dire qualcosa se qui in Veneto per una visita neurologica ci vogliono mediamente 30 giorni e in Campania, dove governa la sinistra, ci può volere anche un anno». Un paragone che la premier ha utilizzato per ribadire la rilevanza della gestione locale nella qualità dei servizi sanitari.

Durante l’intervento, Meloni ha parlato anche di autonomia differenziata, confermando l’impegno del governo nel portare avanti il processo. «Penso alla piena realizzazione dell’autonomia differenziata per garantire ogni cittadino, indipendentemente da dove vive», ha detto. La premier ha ricordato che proprio nella stessa giornata sono state firmate le pre-intese tra Luca Zaia e il ministro Roberto Calderoli sulle materie non Lep, quelle cioè non legate ai livelli essenziali delle prestazioni. «Siamo persone serie: quando prendiamo un impegno, quell’impegno viene mantenuto», ha dichiarato, definendo la firma un passaggio fondamentale verso l’applicazione concreta dell’autonomia.

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