di Michele Vidone
All’Assemblea nazionale del Pd, Piero De Luca ha ribadito “Quando il centrosinistra si presenta unito, con proposte serie e credibili e una coalizione larga, compatta e senza veti, è competitivo e può vincere”. Secondo il segretario regionale dem campano, dopo la sconfitta del 2022 il PD, grazie alla guida di Elly Schlein, ha ritrovato una direzione politica chiara e una rinnovata centralità, tornando a essere il perno della coalizione. L’unità, però, da sola non basta “Serve passare dall’opposizione all’alternativa e costruire una proposta di governo credibile. L’area riformista sceglie la responsabilità di rafforzare il PD, costruire ponti e non muri, concentrando le energie sui problemi concreti delle persone. L’obiettivo è un PD plurale, radicato e aperto, con una battaglia chiara: contro la destra, mai contro noi stessi”.
Il presidente dei senatori DEM Francesco Boccia ha sottolineato che la relazione della segretaria pone il partito di fronte a una fase storica segnata da profondi cambiamenti sociali, economici e geopolitici. Con la destra, ha detto, il Pd si contende il voto di 5-6 milioni di giovani che chiedono tutela dei diritti sociali ed economici, sanità e istruzione pubblica. Boccia ha rivendicato che negli ultimi anni il Pd ha completamente cambiato il profilo politico e culturale, ricostruendo l’unità sostanziale del partito, ma ha avvertito che il pluralismo deve produrre idee e non assetti di potere. “Il pluralismo vive di idee che si confrontano, non di gruppi che si bilanciano”, ha concluso, richiamando alla necessità di un cammino unitario dentro il partito e la coalizione.
Nel suo intervento, Marco Sarracino ha ricordato che da Montepulciano è partito il percorso per costruire l’alternativa a Giorgia Meloni e ha rivendicato che nel Mezzogiorno il PD è il primo partito. Ha ribadito l’importanza di restare testardamente unitari per non ripetere l’errore del 2022, quando le divisioni favorirono la vittoria della destra. Sarracino ha chiesto anche di fare di più sul piano organizzativo, puntando su una nuova classe dirigente selezionata per militanza e qualità dell’impegno politico, perché l’unità non è conformismo ma chiarezza della linea politica, condizione necessaria per vincere le politiche e cambiare l’Italia.
