Dopo tre pareggi consecutivi finalmente la Juve Stabia rompe il ghiaccio e centra la prima vittoria in campionato, espugnando il “Picco”. Il 3-1 rifilato a domicilio allo Spezia fa tornare a sorridere un gruppo che finora aveva comunque messo in evidenza grosse potenzialità. Insomma, il lavoro di Abate – un progetto di calcio decisamente qualitativo – sta cominciando a dare i suoi frutti. Anche se l’obiettivo della società resta quello di consolidarsi in cadetteria. In modo da programmare un prossimo futuro più ambizioso, che vada oltre la semplice salvezza.

Magari sarà solamente un caso, ma in Liguria hanno fatto la differenza un paio di nuovi acquisti. Omar Correia l’ha sbloccata quasi subito. Aveva già fatto intravedere di essere un centrocampista di grande fisicità (è alto 1.87), nello scorso campionato di Serie C. Grazie all’opera di persuasione del diesse Lovisa, che l’ha strappato alla Triestina, convinto che potesse imporsi pure a livello superiore, in virtù di una discreta comprensione del gioco, oltre all’evidente atletismo, è diventato l’opzione destinata a occupare lo slot di mezzala destra nella mediana a cinque predisposta dall’allenatore. Lorenzo Carissoni ha siglato il raddoppiato. Cercava un nuovo inizio, un punto di partenza che gli permettesse di giocare da titolare, dopo due buone annate al Cittadella, condite però dalla retrocessione. E allora, reduce da una stagione particolarmente complicata, quale destinazione migliore per riscattarsi, consapevole che in cambio della fiducia accordatagli da Abate avrebbe garantito un grande impatto sulla retroguardia dei gialloblù.

Ovviamente, segnare due gol in nemmeno venti minuti ha consentito alla Juve Stabia di interpretare poi con pazienza ogni momento della gara. Dimostrando di saper leggere i momenti, gestendo il ritmo, specialmente quando lo Spezia voleva rientrare in partita attraverso il possesso. C’era davvero il rischio di lasciarsi imbrigliare dal palleggio imbastito da Esposito, capace di esplorare l’ampiezza piuttosto di insistere sulla profondità. Così, i padroni di casa, nel tentativo di togliere i possibili riferimenti alla linea difensiva stabiese, hanno cominciato a stimolare le ricezioni di Candela e Beruatto, invece di cercare le punte. Del resto, ormai Artistico e Di Serio erano diventati una facile preda delle coperture preventive attuate da Ruggero, Varnier e Giorgini.

Eccolo, l’aspetto tattico che non va trascurato: la compattezza e la solidità sottopalla delle Vespe, che sanno calarsi perfettamente nella parte. Diventando un blocco granitico, con i laterali a tutta fascia che scivolano all’indietro. E la mediana che si mantiene stretta e corta, serrando lo spazio tra i reparti. Consentendo alla squadra di respirare con Gabrielloni (e poi Candellone, autore della terza rete). In questo scenario, la punta centrale costituisce un imprescindibile collettore strategico, che fa prendere ossigeno sotto la pressione esercitata dagli avversari. E converte la manovra offensiva in eventuali azioni pericolose. In definitiva, questi giocatori sembrano completamente immersi nelle idee che ha in mente Abate, facendo prospettare un brillato prosieguo di campionato.

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