Sale la temperatura sul dossier Autonomia differenziata, con una spaccatura netta tra regioni di centrosinistra e di centrodestra, con una fetta di queste ultime che oggi pomeriggio (Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte) hanno incontrato il ministro Calderoli per parlare di Protezione civile. Diverso il cronoprogramma per quelle a trazione centrosinistra, in attesa del parere di domani della Consulta che dovrà esprimersi sulle questioni di costituzionalità riguardanti la legge sull’autonomia differenziata, tema sollevato a suo tempo con i ricorsi di Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. Queste quattro regioni hanno impugnato la legge nella sua totalità, anche con riferimento a specifiche disposizioni. Le questioni poste all’esame della Consulta sono collegate all’interpretazione dell’articolo 116 in relazione all’attribuzione alle regioni di ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia. Alcuni dei rilievi riguardano la determinazione dei Lep (livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale), sia per quanto riguarda la fonte e il procedimento di determinazione, sia per quanto riguarda l’individuazione delle materie e per il trasferimento delle funzioni. Altre questioni riguardano il procedimento di approvazione delle intese tra Stato e regione per l’attribuzione delle materie e delle relative funzioni; altre ancora coinvolgono le modalità di finanziamento delle funzioni trasferite. In alcuni dei giudizi interverranno, in opposizione, Piemonte, Veneto e Lombardia. Non a caso pochi giorni fa Luca Zaia aveva annunciato la presenza domani in Consulta di giuristi della regione Veneto per “tutelare la volontà e gli interessi dei cittadini veneti che nel 2017 hanno chiesto con oltre due milioni di voti favorevoli di poter disporre dell’autonomia differenziata come è previsto dalla Costituzione”. Nel frattempo il tavolo di oggi con Calderoli (ma anche Piantedosi, Musumeci e Zangrillo) con i presidenti di Veneto, Lombardia, Liguria e Piemonte sulla Protezione civile ha fatto passi avanti, grazie anche al fatto che il tema è ‘devolvibile’ e soprattutto non Lep. Al termine il ministro ha sottolineato che “il confronto tra tutti i soggetti coinvolti è stato proficuo e senz’altro positivo, abbiamo stabilito di partire da un testo base su cui condividere le osservazioni”, ricordando poi che “lo svolgimento dei negoziati andrà avanti a ritmo costante”. Per Calderoli “l’obiettivo condiviso da tutti è e resta quello di favorire l’operatività e tagliare la burocrazia, per agire con immediatezza quando è necessario e soprattutto assicurare al Paese servizi pubblici il più possibile efficienti”. Soddisfatto Zaia, secondo il quale si va nella direzione di “un percorso assolutamente condiviso”, in grado di “migliorare la vita dei cittadini”, riconoscendo “il ruolo delle regioni nel momento in cui ci sono le calamità a livello regionale”. Con Calderoli, ha detto il governatore della Lombardia Attilio Fontana, “stiamo lavorando per compiere ulteriori passi in avanti nel percorso verso l’autonomia, una riforma che ci permetterà di richiamare come Regione nuove deleghe e responsabilità”.