Di Gianfranco Sannino

 

Da settimane, scorrendo il mio feed di Instagram, mi imbatto in una sponsorizzata apparentemente come tante: un profilo che promette di cambiare la vita delle persone. Ma qui non si tratta del solito ‘guru’ del network marketing o del trading online – fenomeni già discutibili – bensì di qualcosa di molto più grave. Parliamo di un canale che pubblicamente invita all’acquisto di beni palesemente illeciti: banconote false, carte di credito clonate, documenti contraffatti come passaporti e carte d’identità, e persino un mercato di prodotti elettronici a prezzi stracciati. La domanda che mi pongo fin dall’inizio è duplice: siamo davanti all’ennesima truffa che colpisce chi è in difficoltà economica o, peggio, a un’attività criminale realmente operativa?E Inoltre possibile che Instagram e quindi META non abbia monitorato adeguatamente il profilo e la sponsorizzata stessa (ovvero post o stories che il cliente pagando Meta rende virale o quantomeno visibile ai più ).
Decido di approfondire. Seguo il canale sponsorizzato, monitorandolo per giorni, e avvio conversazioni dirette con un certo ‘Oliver’. Fingo di essere interessato e chiedo informazioni su come procedere all’acquisto di un prodotto – nel mio caso, banconote – da pagare via PayPal.
Fin da subito noto tecniche comunicative precise: creazione di canali Telegram con finti feedback di ‘clienti soddisfatti'(un canale però dove. A poter scrivere e postare screenshot è solamente l’amministratore) , video che mostrano pile di banconote e carte di credito, testimonianze apparentemente spontanee. Il messaggio implicito è chiaro: qui c’è chi mantiene le promesse. Per una persona disperata o economicamente in difficoltà, la tentazione può diventare irresistibile.
Effettuo il pagamento come richiesto, fornendo le informazioni PayPal. Da quel momento, la comunicazione diventa frammentaria: risposte sporadiche, rinvii, rassicurazioni generiche. A un certo punto mi viene detto che, per ragioni non meglio precisate, PayPal non è utilizzabile per il mio profilo (ovvio la truffa sarebbe troppo spicciola se si fermasse ad un solo pagamento ) , generalmente una volta che il malcapitato paga può capitare che o il contatto del venditore scompaia oppure il venditore ti mostra lo screen del tuo Paypal con l’accredito e afferma che per vederli sul
Proprio conto è necessario effettuare un ulteriore pagamento per sbloccare la transizione . Tutto ciò o o avviene .
Mi viene proposto un metodo alternativo: invio fisico di carta o denaro. Accetto e ricevo rassicurazioni che il pacco partirà entro due o tre giorni.
Puntuale arriva la foto della presunta spedizione, completa di numero di tracciamento. Ma c’è un problema: il codice non è riconosciuto da nessun sistema di tracking ufficiale. Il venditore fornisce un link a un sito sconosciuto, dove lo stato rimane fermo su ‘deposito in attesa di spedizione’. Nel frattempo, nel gruppo Telegram vengono pubblicate foto di altri pacchi, con l’invito a fare nuovi ordini. Una strategia sottile: mentre attendi il tuo ordine, vieni stimolato a spendere ancora.
Ed ecco che la truffa si manifesta apertamente: per sbloccare il pacco, mi viene chiesto di pagare un’assicurazione pari al 41% del valore dichiarato – nel mio caso, 410 € su un valore di 1000 €. Mi viene promesso che la somma verrà restituita al momento della consegna, in contanti, presso un ufficio postale. Una contraddizione palese: dicono che solo il mittente può pagare l’assicurazione, ma la richiesta viene rivolta a me.
Le pressioni aumentano: il messaggio afferma che, se non pago, il pacco sarà aperto e controllato per la presenza di merce illegale; in caso positivo, i miei dati saranno consegnati alla polizia; in caso negativo, il pacco verrà distrutto. Un chiaro tentativo di intimidazione psicologica per spingere alla resa.
Questa tattica sfrutta due leve: la speranza di recuperare i soldi già spesi e la paura di conseguenze legali. Chi è lucido può riconoscere l’assurdità della minaccia: un corriere non ha alcun potere di aprire o distruggere un pacco senza ordine delle autorità, né può gestire procedure di questo tipo fuori dai canali ufficiali. Ma chi è in ansia o in stato di vulnerabilità può cedere e pagare ancora.
Resta l’interrogativo più inquietante: come può un colosso come Instagram consentire e persino sponsorizzare un profilo che promuove materiale illecito? Se la piattaforma è in grado di bloccare contenuti per motivi minimi, perché non interviene in casi così gravi? Si tratta di una falla nel sistema di moderazione o di una tolleranza colpevole?
Che si tratti di una truffa o di un reale traffico illecito, il problema di fondo è lo stesso: i social network possono diventare mercati paralleli fuori controllo, accessibili con estrema facilità, anche a minori e persone fragili. Ho segnalato e denunciato il caso alla Polizia Postale, convinto che serva un’azione coordinata: indagini sui responsabili, collaborazione con le piattaforme e maggiore tutela per gli utenti.

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