Secondo alcuni, i “soliti bene informati” in tema di mercato, dopo l’infortunio di Lukaku, nelle stanze del potere, tra Castelvolturno e la sede della Filmauro, regnerebbe il caos più assoluto: con il classico atteggiamento da radical chic del pallone, infatti, questi Soloni delle compravendite lasciano trasparire l’immagine di Manna affannato al cellulare, disperatamente a caccia di un degno sostituto del centravanti belga. E invece il diesse del Napoli, al netto delle dinamiche connesse alla risoluzione di un problema non di poco conto come l’acquisto di un altro attaccante, sembra impegnato in tutt’altre faccende.
Effettivamente, dovendo gestire una moltitudine di impegni, all’interno di un’annata in cui gli azzurri dovrebbero presumibilmente giocare ogni tre giorni per molto tempo, il d.s. finora ha lavorato in funzione delle richieste di Conte. In tal senso, volendo assecondare le richieste del tecnico salentino, desideroso di ampliare numericamente e qualitativamente il livello della rosa, va letto anche l’acquisto di Miguel Gutiérrez. Una pedina potenzialmente utilissima dal punto di vista tattico nello scacchiere dei Campioni d’Italia, poiché capace di modificare le gerarchie dell’allenatore in tutti i reparti.
Del resto, è innegabile che alla base del gioco della squadra partenopea ci sia la fluidità posizionale. Ovvero, il concetto di funzione che surroga e sorpassa quello tradizionale del ruolo. Insomma, la maniacalità ed il perfezionismo di Conte, sempre attento a non offrire agli avversari nessun vantaggio, si sposa alla perfezione con le caratteristiche dello spagnolo, appena prelevato dal Girona per circa 20 milioni di euro. Ma perché il Napoli avrebbe fatto carte false per assicurarsi il 24enne mancino, facendogli sottoscrivere un contratto quinquennale da 2.3 milioni netti a stagione, nonostante avesse già in organico due profili in grado di coprire lo slot di sinistra?
La ragione è presto detta: perché Gutiérrez non è semplicemente un terzino sinistro. Non inganni la circostanza che lo scorso campionato l’abbiano schierato solo nei quattro dietro. Per indole e abilità nei fondamentali potrebbe esprimersi benissimo al posto di Lang (o Neres) nel 4-3-3 da esterno offensivo, che punta il dirimpettaio in fascia, saltandolo in dribbling, oppure cerca di inserirsi, accentrandosi per smarcarsi tra le linee. Riproducendo quindi il medesimo lavoro oscuro e sacrificato nella fase di non possesso che svolge sul versante opposto Politano. Al contrario, qualora Conte lo sistemasse in difesa, lo spagnolo saprebbe comunque leggere e interpretare le varie situazioni, uscendo da quella comfort zone, tipica di certi terzini, timidi e poco propositivi nella spinta: d’altronde, nella Liga ha palesato sia la capacità di sovrapporsi, quando il compagno di catena gli lasciava spazio, che stringere nell’half space, così da sovraccaricare il corridoio intermedio. Connettendosi dunque con De Bruyne o McTominay.
A proposito di mediana: se Conte mettesse Gutiérrez lì nel mezzo? Idea nient’affatto campata in aria, in quanto dotato di piede educato. Oltre alla giusta dose di fisicità (è alto un metro e 80 per 71 kg). Una mezzala di ordine e concetto, meno anarchica nell’aggredire la profondità rispetto ad Anguissa e McT. Nondimeno, orientata alle rotazioni come i colleghi di reparto; nonché utile per variare il tema nel consolidare il palleggio di qualità. In definitiva, il Napoli ha concluso davvero un ottimo acquisto. In attesa di risolvere la grana centravanti.
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