Di Benedetto Manna
Con l’influsso di Atene alla ricerca delle risorse agrarie delle fertili terre in Campania, testimoniata dalla ceramica attica nel primo quarto del V sec. a.C., che eccelle per qualità e quantità; e con l’arrivo a Neapolis nel 452. a.C. del navarca Diotimo, si spiega il coinvolgimento ateniese nella vicenda di fondazione di Napoli che rinnova anche il culto della Sirena Parthenope. Suicidatasi per non essere riuscita a sedurre Odisseo, si trasforma in divinità, diventando protettrice del luogo che da lei prende il nome, come della sua comunità, oltre che essere protettiva del matrimonio tra cittadini e coloni stranieri. In suo onore si tiene un agone giovanile: la Lampadodromia. Una corsa con fiaccole che si concludeva col getto delle fiaccole nel mare, che bagnava una volta Napoli (all’altezza di Corso Umberto), dove era la Sirena appunto e i cui vincitori significatamene venivano coronati di spighe. Si ricorda che la spiga di grano comparirà anche sui rovesci delle monete neapolitane. In quel tempo dunque Napoli prenderà a battere regolarmente moneta, regolamentando compiutamente gli istituti politico culturali della città. La corona di grano, caratteristica sia di Parthenope che di Demetra, conferma il carattere agrario, legato a Demetra, assunto dal culto neapolitano della Sirena. Dopo il ratto di Ade e la scomparsa della figlia Kore – Persefone, dea della primavera, Demetra corre disperata alla sua ricerca, mimata dalle corse lampadiche. Il dolore della madre per la perdita dell’amata figlia rende la terra arida e improduttiva e la terra torna allo stadio primitivo dell’economia basata sulla raccolta dei frutti spontanei della terra, senza agricoltura, né città. E’ questa la fase in cui la Sirena, già compagna di Persefone, viene trasformata in terribile uccello, per non aver protetto la figlia da Ade, mandate da Demetra alla ricerca della figlia per mare e per terra e negli inferi. Senza Demetra la terra era destinata a morire. Dovette intervenire Zeus a riportare la pace, obbligando Ade a restituire Persefone alla Madre. Con un compromesso Kore diventa divinità agraria e divinità degli Inferi, trascorrendo sei mesi nel Regno dei morti e sei mesi tra i vivi, nella terra che ricomincia a fiorire: nasceva il ciclo delle stagioni.