Queste ultime settimane hanno contribuito a creare una strana distorsione prospettica nella carriera di Giuseppe Ambrosino, passato dallo spauracchio playout col Frosinone, poi salvato direttamente, causa penalizzazione al Brescia, che ha riscritto la classifica finale della Serie B, all’Europeo Under 21 in Slovacchia, con l’Italia, chiamato a sostituire Francesco Pio Esposito. Il commissario tecnico, infatti, l’ha depennato dalla lista dei convocati, poiché si trascinava un problema al ginocchio dalla finale playoff disputata dallo Spezia, preferendo completare il pacchetto d’attacco aggregando il centravanti di proprietà del Napoli, in prestito ai ciociari. Perciò si è presentata alla rassegna continentale di categoria puntando su un reparto assai fluido, composto principalmente da offensive player in grado di occupare tutti gli slot dalla trequarti in su: Tommaso Baldanzi, Willy Gnonto, Luca Koleosho e Cesare Casadei, tornato in gruppo dopo la parentesi con la Nazionale maggiore per le qualificazioni mondiali.

Insomma, l’unico centravanti “fisicato”, capace di offrire agli Azzurrini una concreta alternativa tattica con la semplice presenza negli ultimi sedici metri, funzionale a fissare la retroguardia avversaria, rimane proprio Ambrosino. In effetti, sia con la Romania, che contro i padroni di casa, dalla lavagnetta tattica di Carmine Nunziata è uscita una squadra disegnata col 4-3-2-1, decisamente votata al gioco posizionale, basata su un tridente alquanto atipico. Dove Baldanzi e Koleosho si muovono liberamente sulla trequarti, svuotando o saturando i corridoi intermedi, affinché Gnonto (o Casadei) aggredisca poi lo spazio in profondità. Sia all’esordio che contro la Slovacchia, l’Under 21 ha costruito le sue fortune sul principio di generare dubbi nelle scelte difensive altrui. Evidente l’intenzione di sfruttare l’incertezza nelle scalate, che si determinava nelle occasioni in cui le due sottopunte gravitavano lontano dalla porta, arretrando per tirare fuori i marcatori, generando un corridoio che conduceva direttamente al limite dell’area.

Sostanzialmente, la squadra di Nunziata ha continuato a insistere sulle stesse giocate codificate che racchiudono tutti i temi delle partite con Romania e Slovacchia, entrambe vinte di misura (1-0), grazie alle reti di Baldanzi e Casadei. Così da garantirsi già l’aritmetica qualificazione ai Quarti, che trasforma l’incrocio con la Spagna del 17 giugno “solo” nello spareggio per il primo posto nel gruppo A. Presumibile che al cospetto delle Furie Rosse il c.t. continuerà ad affidarsi sul sistema fluido impiegato finora, impreziosito dalle individualità di spicco del tridente. Nel quale Ambrosino, in uscita dalla panchina, assicura una gestione oculata del pallone spalle alla porta. Nessun problema: l’attaccante originario di Procida, consapevole dell’abbondanza, aspetta con pazienza che giunga il suo momento.

D’altronde, a dirigere l’orchestra provvede un allenatore del calibro di Nunziata, che alla guida delle varie nazionali giovanili azzurre ha ampiamente dimostrato come valorizzare generazioni di potenziali talenti, conquistando tre medaglie europee (due argenti con l’U17, un bronzo con l’U19), ed una mondiale (l’argento con l’U20 nel 2023, poco prima di sostituire Nicolato sulla panchina della U21).

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