Il cinema di Troisi per me era bello perché aveva la forma della vita – dice Mario Martone – Massimo è sempre rimasto vivo nell’immaginario collettivo perché era una grande anima e un grande artista”. Il 4 giugno 1994 moriva, a 41 anni pochi giorni dopo aver finito di girare Il postino, Massimo Troisi.
Il miglior modo per ricordarlo è rivedere i suoi film e l’omaggio che gli ha fatto il regista conterraneo, il documentario Laggiù qualcuno mi ama, premiato col David di Donatello.
Mario Martone racconta Massimo Troisi: “Figlio di Napoli, ma il suo cinema appartiene al mondo”
18 Febbraio 2023

I ricordi, le testimonianze di registi, attori, amici (Francesco Piccolo, Paolo Sorrentino, Ficarra e Picone), i video inediti che ripercorrono una vita e una carriera brevi e indimenticabili. Laggiù qualcuno mi ama (disponibile su Netflix, Sky e Now) è fatto di tanto cinema ma anche di tanto altro: l’amore, la politica, l’amicizia, il dolore. E poi la sua Napoli dalla quale è partito alla conquista del mondo. Il film raccoglie anche i pensieri, le riflessioni, le battute che Troisi affidava a dei foglietti e che Anna Pavignano ha conservato. Il documentario è innanzitutto un invito a rivedere il cinema del grande attore e regista. Ecco quindi cinque titoli da cui ripartire e dove trovarli.

Ricomincio da tre
“Tre cose mi sono riuscite nella vita perché devo perdere anche queste?” Ricomincio da tre (disponibile su Netflix) è il film di debutto di Troisi. Arrivato in sala nel 1981 Ricomincio da tre incassò 14 miliardi battendo al botteghino italiano persino Star Wars. È il racconto di un napoletano di San Giorgio a Cremano che si trasferisce a Firenze e si innamora di una donna, Marta. La sua non è un’emigrazione ma un’esplorazione, non è un voler ricominciare da zero, ma ricominciare da tre, da lì il titolo e la famosa battuta. Nel film c’è anche Lello Arena, suo sodale della Smorfia che Troisi volle assolutamente anche nel suo esordio cinematografico.
Paolo Sorrentino ricorda Troisi nel doc di Martone: “Comicità e sentimenti, ecco cosa mi ha insegnato”
Morto Troisi, viva Troisi!
Il finto esilarante reportage sulla morte di Troisi, con la sua regia e la collaborazione di Lello Arena e Anna Pavignano è un film per la tv del 1982 inserito in una puntata speciale della serie di Rai Tre Che fai… ridi?, dedicata ai comici italiani. In Morto Troisi, viva Troisi! (su RaiPlay) nella camera ardente allestita a San Giorgio a Cremano una lunga serie di personaggi danno il loro estremo saluto, da Gianni Boncompagni a Maria Giovanna Elmi, dal cane Lassie a Pippo al pappagallo Portobello della celebre trasmissione tv. Benigni inveisce contro gli eccessi di Massimo, mentre Lello Arena interpreta il suo angelo custode. Il film termina all’interno della Casa di riposo artisti Massimo Troisi, con Benigni, Nichetti, Arbore e Verdone (in carrozzella) che giocano a carte avvolti da coperte a quadri. “I nuovi comici sono la dannazione dei vecchi comici – dice Benigni – ho visto una lapide a Bolzano, voi sarete quello che fummo”. Il film fu riproposto in tv il 4 giugno 1994, il giorno della morte dell’attore.

Non ci resta che piangere
È il capolavoro a doppia firma di Roberto Benigni e Massimo Troisi, film cult del 1984, commedia sui viaggi nel tempo per eccellenza generatrice di battute a ripetizione e frasi diventate tormentoni. “Grazie Mario”. Non ci resta che piangere (su Netflix e Infinity+) storia di due amici, il bidello Mario e il maestro Saverio, che si ritrovano dopo un temporale nel 1492. E mentre Mario si innamora della bella Pia (Amanda Sandrelli e la sua “palla”) i due si convincono di dover andare a fermare Cristoforo Colombo in partenza per l’America. Costato tre miliardi di lire incassò più di cinque miliardi soltanto di prime visioni. Più di un miliardo di biglietti assicurarono al film di raggiungere la vetta della classifica degli incassi di quella stagione, scavalcando film come Ghostbusters e Indiana Jones e il tempio maledetto. Benigni e Troisi furono decretati i nuovi Totò e Peppino anche grazie alla sequenza celebre della lettera al Savonarola omaggio a Totò, Peppino e la Malafemmena.
“Non ci resta che piangere” torna restaurata – La scena culto dei Beatles
Il viaggio di Capitan Fracassa
Della fine degli anni Ottanta sono un tris di film che segnano la collaborazione di Troisi con Ettore Scola. Splendor, Che ora è? e Il viaggio di Capitan Fracassa (che si può vedere su CineAutore, piattaforma accessibile – a pagamento – da Prime VIdeo). Nella Francia del XVII secolo il giovane e squattrinato barone di Sigognac si aggrega a una compagnia di comici itineranti e si improvvisa attore col personaggio di Capitan Fracassa. Una celebrazione della tradizione della Commedia dell’arte con Troisi nei panni di Pulcinella, Ornella Muti, Serafine; Emmanuelle Béart, Isabella; Tosca D’Aquino, Zerbina; Massimo Wertmüller, Leandro; Remo Girone, il Duca di Vallombrosa, un film corale dove Troisi è il più intenso e malinconico dei personaggi.

Il postino
È il film postumo. Il film che è arrivato agli Oscar quando Massimo Troisi se ne era già andato. Morto, per via di quel suo cuore difettoso, a poche ore dalla fine delle riprese. Il film dell’inglese Michael Radford (Infinity+ e CineAutore) racconta l’improbabile e poetica amicizia di un postino su un’isola del Meridione e il poeta Pablo Neruda (Philippe Noiret). Tratto dal romanzo Il postino di Neruda (1986) di Antonio Skármeta, Il postino rimane il testamento spirituale di Massimo Troisi. La colonna sonora è di Luis Bacalov che vinse l’Oscar per la migliore colonna sonora.