Di Angelo Tortora 

 

“Sarebbe fin troppo semplice rispondere al Presidente De Luca scendendo sul suo stesso piano, evocando i casi – ben noti – di familiari a lui vicini, come l’ex moglie, la compagna e i figli, tutti inseritissimi nella cosa pubblica. Ma non lo faremo. Abbiamo un’idea diversa della politica e del rispetto umano. Riteniamo che la sfera affettiva delle persone debba essere tutelata e mai strumentalizzata per fini di lotta politica”. L’eurodeputato Alberico Gambino di Fdi-Gruppo ECR interviene così sulla querelle tra il governatore De Luca e la dottoressa Campitiello, capo Dipartimento della Prevenzione. “Quello che invece non può essere taciuto – sottolinea Gambino – è il livello inaccettabile del suo attacco nei confronti della dottoressa Maria Rosaria Campitiello, consorte dell’on. Edmondo Cirielli, una professionista di altissimo profilo, stimata nel mondo scientifico, accademico e medico. De Luca l’ha attaccata unicamente in quanto legata affettivamente a un suo avversario politico. Un gesto inaccettabile, che non solo offende la sua persona, ma rappresenta l’ennesima dimostrazione di un linguaggio volgare e di una concezione diffamatoria e distorta delle istituzioni”. “Vale la pena ricordare che la dottoressa Campitiello – osserva Gambino – è il primo medico a ricoprire l’incarico di Capo Dipartimento della Prevenzione, un ruolo che in passato era sempre stato affidato a figure di provenienza amministrativa. Un riconoscimento al merito e alla competenza, che avrebbe dovuto essere motivo di orgoglio per la Campania, non oggetto di insulto. Con questo comportamento, De Luca cerca maldestramente di spostare l’attenzione dai disastri della sanità campana, ormai al collasso sotto la sua gestione. Un Presidente dovrebbe assumersi le proprie responsabilità – spiega Gambino – non colpire chi lavora con serietà e dedizione solo perché legato affettivamente a un suo avversario politico. Il rispetto per le persone e per le istituzioni non è un optional: è ciò che distingue chi esercita il potere con dignità da chi lo usa come strumento di vendetta personale”.

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