Le norme del legislatore in materia ambientale presentano “forti contraddizioni” che rischiano di indebolire gli strumenti a disposizione della magistratura e delle forze dell’ordine. A denunciarlo è stato il procuratore della Repubblica di Bari, Roberti Rossi, intervenuto al Forum internazionale sull’economia dei rifiuti organizzato da Polieco a Napoli.

“Se si interviene sulle intercettazioni, come facciamo a scoprire i delinquenti? Se si indebolisce la forza morale della magistratura, e a ciò contribuiscono anche le parole del premier o di un ministro, perché chi delinque non dovrebbe sentirsi incoraggiato?”, ha osservato Rossi. “Oggi tutta l’attenzione è per omicidi, femminicidi e maltrattamenti in famiglia, reati gravi e importanti, ma non si può trascurare la giusta attenzione da riservare anche agli illeciti ambientali”.

Sulla stessa linea il procuratore di Trani, Renato Nitti, che ha richiamato i limiti del Decreto Terra dei Fuochi: “Il DL consente di intervenire sugli abbandoni, ma via via gli strumenti si sono indeboliti. Se tre persone si accordano per commettere un reato, è associazione a delinquere. Questo però non vale per i reati configurati come contravvenzioni, come nel caso della gestione illecita di rifiuti non pericolosi. Il decreto era partito bene, ma in sede di conversione si è perso molto”.

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