Pare che l’acquisto di Lorenzo Lucca stia passando sotto traccia in alcuni “salotti buoni”, quelli dove esperti (o presunti tali…) di mercato giudicano un trasferimento con toni entusiastici, piuttosto che catalogarlo come colpo marginale. Se non addirittura etichettarlo con una solenne e definitiva bocciatura. C’entra poco che almeno inizialmente sembrava Darwin Núñez l’obiettivo prioritario. Tentativo conclusosi poi con un nulla di fatto, in quanto le pretese economiche del Liverpool erano talmente alte da suggerire al Napoli di virare sul centravanti dell’Udinese, tutt’altro che una seconda scelta. In effetti, parliamo di uno tra gli attaccanti più prolifici della Serie A, reduce da un campionato in cui ha segnato 12 gol.

Se guardiamo oltre i numeri, però, a stimolare il club partenopeo è stato proprio il rendimento complessivo del lungagnone (è alto 2 metro e 01). Uno scenario dove ha palesato coi bianconeri grande dinamismo, oltre alla struttura fisica da classica punta centrale. Una combo tattica micidiale, perfetta affinché possa inserirsi senza contraccolpi nel gioco posizionale di Conte, perché a suo agio nell’aggredire la profondità, abbassando i difensori avversari. Ed al contempo, muoversi incontro ai centrocampisti, sobbarcandosi la fatica di lavorare spalle alla porta. Perciò il diesse Manna non s’è fatto sfuggire l’occasione di portare all’ombra del Vesuvio un profilo comunque interessantissimo, capace di arricchire un gruppo che dovrà affrontare pure la Champions League con una certa ambizione. Sicuramente legittima, ma complicata da realizzare se le alternative ai presunti titolari non garantissero il medesimo livello di competitività. Da qui l’urgenza di mettere in rosa gente pronta a incidere subito. Ecco che la strategia cambia: una inversione di rotta voluta dalla proprietà, con De Laurentiis intenzionato a farla percepire chiaramente alla concorrenza, in Italia ed Europa.

In tal senso, la soluzione Lucca farebbe sì rifiatare Lukaku, ormai trentunenne, così da subentrare efficacemente a gara in corso, sostituendolo nelle naturali rotazioni previste in un organico di vertice, determinato ad alzare l’asticella. Ma è buona anche giocando da titolare, occupando lo slot di unico terminale offensivo. Alla luce del mercato condotto finora dalla direzione sportiva, appare quindi evidente l’intenzione di fornire all’allenatore un mucchio di risorse in grado spendere il loro talento nella miglior versione ipercinetica e proattiva del Napoli. Quello, cioè, basato sul 4-3-3: sistema dove il centravanti è impegnato a fare le sponde e aprire gli spazi per gli inserimenti delle mezzali. Insomma, un attaccante che in primis contribuisca a potenziare i compagni. Senza trascurare il fondamentale richiesto al ruolo, ovvero, buttarla dentro con regolarità.

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