Di Angelo Tortora 

 

Per una conoscenza autentica e aggiornata delle origini della città di Napoli non si può non citare la ricerca riportata nel recente volume “Forma Urbis Neapolis – Genesi e permanenza del disegno della città greca” del Prof. di Storia dell’Architettura Alfredo Buccaro e direttore del Centro CIRICE (Centro Interdipartimentale di Ricerca sull’Iconografia della Città Europea dell’Ateneo Federico II), autore del testo con il Prof. Emerito di Storia Greca Alfonso Mele e l’Arch. e Ricercatrice Teresa Tauro (a sua volta autrice del testo “Napoli Greca”). Il progetto Forma Urbis Neapolis si è posto l’obiettivo di valutare, attraverso l’uso delle metodologie e degli strumenti divenuti oramai fondamentali nel campo della Digital Urban History, come il GIS (Geographic Information System), i reali fattori urbanistici che furono alla base dell’atto fondativo della Nea-polis, fissato all’ultimo quarto del VI sec. a.C., sulla base delle più recenti ricerche archeologiche. Il nucleo originario del centro antico di Napoli appare come un libro da sfogliare, dove la prima pagina è quella greca. Un documento di pietra attraverso cui leggere le tracce del disegno che la città antica conserva immutato da oltre due millenni. Basta percorrere il centro storico e si fa un viaggio nel tempo, non solo nello spazio circostante. In particolare nel 530/528 a.C., quando arrivarono in Italia colti Aristocratici greci di Samos (isola della Grecia dell’Est), in veste di Architetti, Matematici, Filosofi, in fuga dalla tirannia, portando con loro le acquisizioni filosofiche della patria Jonia e diffondendo sapere e innovazione: “l’intelligenza artificiale” di quei tempi. È il pensiero filosofico elaborato dai presocratici Talete, filosofo della Natura, fondatore della Scuola Jonica, Anassimandro, Senofane e il suo allievo Parmenide, Pitagora e il Primo Pitagorismo. Gli aristocratici Samii, anti-tirannici e ricchi proprietari di navi, che conoscevano molto bene gli insegnamenti di Talete e Archimede (allievo di Talete), vennero accolti, in virtù di un antico sodalizio, da parte dell’Aristocrazia Calcidese al potere in quegli anni a Cuma, arrivata sulle coste cumane a metà circa dell’VIII sec. a.C. Fornirono un valido aiuto, considerato il periodo storico molto travagliato da epidemie e guerre, per contrastare l’avanzata degli Osci in Campania, per rinforzare gli approdi sparsi sul golfo cumano e per fondare nuove città come “Dicearchia” (l’antica Pozzuoli greca) – “La Città della giustizia”. I Samii erano cultori dei nuovi concetti dei filosofi della Natura, della loro Cosmologia, del nuovo sapere sulla Astrologia, Astronomia, Geometria, Medicina, Musica, e soprattutto su certi rapporti tra numeri. Il rapporto fra essi, secondo questi matematici/filosofi, doveva essere pertanto sperimentato nella suddivisione dello spazio urbano, proporzionale e armonico, di una “Città Nuova”. Nasce in questi anni il progetto di Neapolis, come coacervo di nuove conoscenze in tutti i campi del sapere e anche nell’Architettura, nelle Arti e nell’Urbanistica, secondo un nuovo modello urbano e civico di città, ben difesa da mura possenti, che avrebbe dovuto essere armonica e salubre, nonostante gli acquitrini e le vasti paludi che la circondavano a est. La salute dell’uomo si basa sull’armonia, sull’equilibrio e sull’ordine delle forze naturali, per cui applicando queste nuove teorie alle città (aggregazioni di uomini), si era persuasi che l’armonia anche urbanistica fosse una precondizione per la salubrità dei centri urbani. La salubrità a Napoli sarà determinata anche dall’orientamento del suo sistema di strade, costituito dalle tre plateiai (strade larghe – decumani) principali e i circa ventuno stenopoi (strade strette – cardini) ortogonali ad esse. La disposizione ortogonale di queste strade e l’orientamento di questo sistema nel primo quadrante della rosa dei venti, avrebbe impedito ai venti freddi dominanti di Maestrale (di nord/ovest) di propagarsi con violenza nella città. Di contro, a Neapolis, al mattino presto, la salubre e mite brezza del Grecale/Levante del settore est- nord/ est, si sarebbe incanalata lungo le strade orientate verso questa direzione. Dietro la costruzione di Neapolis si nasconderebbe dunque un’operazione geometrica di ripartizione degli spazi.

Ischia, 16.07.2025

Ing. Benedetto Manna

 

 

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