Firmato Ing. Benedetto Marra
FOLOSOFIA E ASTRONOMIA IONICA NEL PROGETTO DI NEAPOLIS
Si apre un vasto orizzonte di riflessione, dall’imponente supporto dottrinario, per rintracciare le vie conduttrici di un progetto per Neapolis maturato nel segno della diffusione in Occidente della filosofia e astronomia ionica, in cui attività dell’uomo, geometria della terra e movimento degli astri, si corrispondevano in un’armonia invariante perché regolata dal numero (il pensiero umano passa dal mito al logos). Contributi precisi si ravvisano in parecchi pensatori delle colonie calcidesi di Sicilia e dello Stretto (Stesicoro di Imera, ecc.).Soprattutto importante in Italia fu l’arrivo di due esponenti più significativi del pensiero greco del tempo, cioè Senofane di Colofone, stabilitosi a Velia, iniziatore della scuola eleate, e soprattutto Pitagora di Samo, appartenente a quel gruppo di aristocratici giunto in Italia intorno al 530 a.C., fuggendo dal tiranno di Samo Policrate. Alcuni si installarono a Crotone, tra cui Pitagora, ma altri raggiunsero Cuma, che li insediò nell’area della futura Pozzuoli Dicearchia (la città del giusto governo, aristocratico opposto a quello tirannico). Aristocratica era Cuma prima dell’arrivo al potere di Aristodemo. Pitagora che aveva viaggiato l’Oriente, arrivando fino a Babilonia, era stato allievo di Talete, il quale aveva trasposto nella cultura greca le acquisizioni nel campo della geometria piana dei sacerdoti dell’antico Egitto. Lui trovò il modo di misurare l’altezza delle piramidi e misurare la distanza dei velieri in distanza a mare. Talete autorità indiscussa proverbiale. Negli Uccelli di Aristofane la parodia del geometra, con regolo e compasso in mano, che pretendeva di disegnare una città nell’aria, partendo da un cerchio inscritto in un quadrato. Talete conosceva l’Egitto e gli arcani delle sue dottrine, Pitagora quelli dell’Oriente. Il trapianto in Italia di simili personaggi significava acquisire le manifestazioni più alte del pensiero non solo dei greci, ma di tutto il mondo contemporaneo. Per Benedetto Croce il monumento più significativo e importante di Napoli è proprio la sua pianta, non solo l’intrinseca bellezza e razionalità dell’impianto viario napoletano, ma anche il pensiero che ne informava l’intuizione. Il compito che attende ora lo storico è di verificare, con tutti i confronti possibili, quanto l’impianto filosofico ionico pitagorico si fosse organizzato in dottrina, cioè fosse diventato uno strumento operativo in mano a dei tecnici e geometri. Ricerche analoghe a quelle sulla costruzione geometrica della pianta di Napoli sono state condotte in anni più recenti sul centro etrusco di Marzabotto, che ha il vantaggio di trovarsi in un’area campestre esplorabile archeologicamente per intero senza ostacoli. Anche in quel caso l’orientamento per strigas (strisce di isolati) appare determinato in base a rigorosi principi e tracciati con l’impianto di figure geometriche semplici con rettangolo aureo e strumenti altrettanto semplici , come lo gnomone , il regolo e il compasso.
Ischia, 19.08.2025