Piazza Dante si è trasformata per qualche ora in un memoriale silenzioso e potente. Sagome bianche disegnate sulla pavimentazione hanno ricordato oltre duecento giornalisti uccisi nei raid israeliani nella Striscia di Gaza. Un’iniziativa simbolica organizzata dalla rete “Free Assange”, che ha scelto Napoli come luogo per lanciare un grido in favore della libertà di stampa, ad un anno esatto dalla liberazione del fondatore di WikiLeaks, Julian Assange.

“Vogliamo ricordare che sono ancora troppi i giornalisti oggi che non possono raccontare la verità”, hanno dichiarato gli attivisti presenti. “Alcuni perché incarcerati, altri perché uccisi. Ricordarli è un dovere. Pretendere verità e giustizia, una responsabilità collettiva.”

Secondo i promotori del flash-mob, l’esercito israeliano avrebbe colpito deliberatamente le redazioni giornalistiche a Gaza, rendendo ancora più alto il tributo pagato da chi era sul campo per documentare il conflitto. “Abbiamo assistito ad attacchi mirati – hanno aggiunto – e chi cercava di informare il mondo ha perso la vita per il proprio impegno”.

Durante l’evento sono stati esposti piccoli cartelli con il nome e la data di morte di ciascun reporter scomparso, nel tentativo di ridare volto e memoria collettiva a chi ha pagato con la vita il diritto di informare.

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