Il ricordo di Hojlund, a tratti letteralmente immarcabile in maglia Atalanta, prima di tentare l’avventura in Premier League, suscitava un certo ottimismo nei tifosi del Napoli. Peccato che la sua versione peggiore, nelle due stagioni al Manchester United, sollevava diverse incognite. In particolare, il danese sembrava aver smarrito la via della rete. Ma i Red Devils, da questo punto di vista, sono ormai una squadra talmente disfunzionale, da privare delle loro certezze chiunque si aggiri dalle parti di Old Trafford. Per cui, finire ai margini in un contesto simile, non è di per sé un grosso problema.
Insomma, c’erano davvero pochissimi dubbi che una volta riassaporata la Serie A, una realtà meno vorace di quella inglese, Hojlund avrebbe ripreso a segnare con puntualità disarmante. In effetti, con la Fiorentina ha dimostrato di essere determinante in situazione di uno contro uno, sgusciando da tutte le parti ad uno stralunato Pongračić. Una prestazione rassicurante, che certifica un trend radicato: non rappresenta mica una novità che il ritorno in Italia sancisca la rinascita di un esubero della Premier. Così, Napoli si trasforma nell’occasione per dar vita ad un nuovo inizio; caratterizzato anche da una facile collocazione tattica. Del resto, 22 anni sono un’età che impone di avere ancora l’ambizione di giocare ai massimi livelli in un club d’élite.
Contro il City come un derby
La sua natura da punta “puro” lo porta ad eccellere in zone centrali (ma non necessariamente garantendo una grande presenza in area), dove cavalca l’attitudine a coprire il pallone. Oppure, se riceve spalle alla porta, puntare l’uomo, in virtù di una evidente tensione verticale. Soluzioni ideali per rendersi utile sia in maniera statica, che nel gioco posizionale di Conte. Sabato, per esempio, ha dato il meglio di sé quando ha bruciato sullo scatto il marcatore diretto, liberando la sua corsa nello spazio profondo, con il difensore croato di origine tedesche aggrappato alla maglietta, nel vano tentativo di frenarne la cavalcata verso De Gea. Ecco, Hojlund è un centravanti imprevedibile, in grado di sorprendere l’avversario, scovando giocate originali per superarlo, grazie a tecnica, letture e rapidità.
Basterà per resistere giovedì sera alla difesa del Manchester City? Nel derby, Ruben Dias e Gvardiol non hanno offerto alcuna occasione all’attacco dello United, combinando fisicità e fondamentali difensivi per blindare la retroguardia. Perciò sarà complicato districarsi negli ultimi sedici metri. Non va trascurato poi un piccolo particolare; sicuramente le gare della Champions League offrono meno opportunità, e richiedono uno sforzo maggiore per procurarsele. Quindi, il Napoli dovrà coinvolgere Hojlund in contesti associativi, che gli consentano di reagire all’atteggiamento aggressivo dei centrali avversari. Evitando, cioè, di isolarlo esclusivamente in situazione di duello spalle alla porta. Allora, metterlo in condizione di ricevere guardando Donnarumma potrebbe essere fondamentale.
In tal senso, la struttura scelta finora dall’allenatore salentino, una sorta di 4-3-3 assai atipico, poiché asimmetrico, avendo da un lato Politano, un esterno a tutta fascia ipercinetico, e sul versante opposto (teoricamente) De Bruyne, che preferisce stringere la posizione, occupando il corridoio intermedio, lasciando l’ampiezza mancina agli inserimenti di Spinazzola, sulla carta ha un bel potenziale, per resistere alla corazzata di Guardiola. Però oggi è solo lunedì, dunque appare prematuro fare pronostici.
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