Giovanni Daffara si gode il suo momento, difendendo la porta dell’Avellino, promosso titolare da qualche settimana al posto di Iannarilli, prima per scelta tecnica, poi a causa di un infortunio alla spalla, che sta confinando in infermeria l’ex titolare. Tra brillantezza nei riflessi e reattività nello spingere sulle gambe per arrivare con tempismo a intercettare il pallone, l’estremo difensore scuola Juventus sta dimostrando tutto il suo valore. Niente che sia fuori dall’ordinario, per un profilo al quale è stata appiccicata addosso l’etichetta di predestinato sin dai tempi della Primavera bianconera. Non a caso, a Vinovo, gli affibbiarono quasi subito un soprannome pesante: “baby Buffon”.
Perciò vale la pena riassumere brevemente la sua storia. Al di là della stagione attuale in maglia biancoverde, il classe 2004 ha trascorso – da assoluto protagonista – gli scampoli inziali della sua carriera tutti alla Vecchia Signora, prima nel vivaio, quindi con la Next Gen. Completa la classica trafila di chi cresce nel settore giovanile, sbarcando infine in Primavera. Inevitabile l’esordio da professionista con la squadra Under23. L’allenatore della “Squadra B”, Massimo Brambilla, lo considera una certezza. Daffara brucia le tappe e ne diventa in breve un punto fermo, mettendosi in mostra a suon di interventi, spesso decisivi. Tanto da affermarsi come uno dei più talentuosi portieri dell’intera Serie C, collezionando oltre 80 presenze in terza serie (inclusi i playoff), in virtù di fondamentali di altissimo livello, associati a una struttura fisica imponente (è alto 1.94 cm), che in ogni caso non ne pregiudicano la reattività nelle palle basse.
Opportunità da cogliere

In estate il diesse Aiello fiuta l’occasione, strappa alla Juventus il prestito sino al 30 giugno 2026 (con diritto di riscatto e controriscatto a favore dei torinesi) ed offre a Daffara l’opportunità di misurarsi lontano dalla casa madre. Non prima che respiri da vicino l’aria del Mondiale per Club, aggregato da Tudor al gruppo in partenza per gli Usa, assieme a Di Gregorio e Pinsoglio, per colmare il vuoto lasciato in rosa dalla indisponibilità di Perin.
Per Daffara le cose hanno cominciato a cambiare davvero contro il Pescara. E’ la decima giornata quando Biancolino gli concede le luci dei riflettori, facendolo esordire in Serie B, premiandone costanza e dedizione negli allenamenti, dopo averne valutato attentamente per settimane le qualità; consapevole che le sue indubbie doti naturali andassero comunque gestite con cura, onde evitare di bruciarlo. Nell’1-1 dell’Adriatico il giovane portiere palesa sicurezza e concentrazione. Così, l’allenatore lo conferma tra i pali anche con la Reggiana. Al Partenio si manifesta un pirotecnico 4-3, seguito dalla sonora sconfitta di Cesena (3-0). Tre gare consecutive dove, al netto di sette gol incassati, non si è fatto distrarre, tantomeno condizionare, dal passivo. Ed ha continuato a rubare l’occhio a critica e tifosi, evidenziando abilità tecniche e personalità, tipiche dei prospetti assai promettenti.
Futuro prestigioso

Insomma, tutto torna: Daffara sgobba sodo in allenamento, con la chiara intenzione di mantenere viva la concorrenza nei confronti di Iannarilli. Nel frattempo, in Irpinia sperano che colga l’occasione giusta, affinché si elevi ulteriormente nel rendimento, raggiungendo il suo massimo potenziale. Un percorso virtuoso che gli consenta poi di meritare un altro salto di categoria. Del resto, gli addetti ai lavori pronosticano possa legittimamente ambire nel prossimo futuro a un posto nel calcio che conta. Dunque, l’avventura coi Lupi potrebbe essere solo l’antipasto di tappe maggiormente prestigiose. A quel punto, l’Avellino passerebbe alla cassa, e riscuotere il giusto premio fruttato da un campionato di valorizzazione.
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