Di Angelo Tortora

 

“Che succede alle regionali in Campania? Il bazar delle candidature è in pieno svolgimento: una folla di parenti, fedelissimi, ex amministratori, cambi di casacca e ‘transfughi’ da sinistra a destra e viceversa. Liste personali, false civiche, partiti evanescenti ormai senza identità, contaminati da chi ieri li criticava e oggi ne canta le lodi. Opportunismo dilagante, indecenza prevalente”. È quanto afferma in una nota Giulio Di Donato, già vicesegretario nazionale del PSI. “Vincerà l’accoppiata Fico-Manfredi – aggiunge di Donato – ma a governare, da remoto, sarà il bistrattato De Luca? È questa la domanda che circola negli ambienti politici campani. E il programma? Ormai considerato roba da vecchia politica. Oggi va di moda ‘l’ascolto’, parola magica che sostituisce idee e contenuti”. Per quanto riguarda il “cosiddetto codice etico voluto da Fico”, secondo Di Donato, si tratta di “un arbitrio illegale e strumentale, se ne è parlato tanto e tanto basta. Per ora è sospeso, ma resta lì, pronto a essere tirato fuori all’occorrenza, se serve per far fuori qualcuno”. “Il campo largo – conclude Di Donato – è una gigantesca fake: i Cinque Stelle al lumicino anche in Calabria, un Pd che rincorre il massimalismo e il populismo, rinunciando a essere forza di governo. Un centrosinistra che non ha più direzione, né identità. Peccato per il Partito Socialista. Poteva rinascere, ci avevamo creduto. La tessera con il volto sorridente di Bettino Craxi ci aveva dato speranza e fiducia. Invece della strada maestra dell’autonomia e della sovranità politica, si è imboccato il vicolo della sudditanza. Mai dire mai, ma questa occasione è ormai persa”.

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