Non dobbiamo affatto sorprenderci se l’Inter, tra le tante offerte ricevute per un talento cristallino come Giacomo De Pieri, alla fine abbia deciso di “parcheggiarlo” temporaneamente proprio alla Juve Stabia. Manca solo il crisma della ufficialità, ergo il condizionale è d’obbligo. Nondimeno, quasi superfluo sorprendersi, perché anche questa è l’ennesima operazione che ribadisce il fiuto visionario di Matteo Lovisa nello scegliere giovani di grande prospettiva.  Allora meglio tentare di approfondire quali siano state le dinamiche che l’hanno convinto a reclutare praticamente un ragazzino (è nato il 29 dicembre 2006). Il diesse delle Vespe si è concentrato su un colpo mirato, che trascende l’età anagrafica, ma guarda esclusivamente alle potenzialità del giocatore.

Insomma, si può parlare tranquillamente di modello Juve Stabia, in grado di certificare una strategia riconosciuta pure dalle “big” della Serie A. Per capire cosa intendiamo, basta riavvolgere il nastro e guardare allo scorso anno, quando, dopo aver metabolizzato il livello della Serie B, Floriani Mussolini o Fortini hanno rapidamente scalato le gerarchie in gialloblù. E oggi, per quanto possa sembrare paradossale, ambiscono a una maglia da titolare al piano di sopra con Cremonese (cui è stato girato in prestito dalla Lazio) e Fiorentina. Inequivocabile, quindi, considerare la cadetteria una destinazione privilegiata. In particolare, grazie alla visibilità che garantisce. Per cui sarà banale, ma va “pesata” la competitività del campionato. In fondo, basta disputare una buona stagione per ricevere poi rapidamente opportunità professionali che non si otterrebbero facendo il Primavera alla grande. Per dirla brutalmente: Lovisa ha creato un fronte alternativo di mercato, dove magari c’è meno concorrenza. Perché ben pochi vogliono assumersi il rischio di puntare su esordienti (o quasi) tra i professionisti.

A colpire, nel modo di esprimersi di De Pieri, è quella gradevole sensazione che possa switchare col suo mancino educatissimo soluzioni da campetto, eseguite però in contesti maggiormente qualificati. E se nel settore giovanile nerazzurro ormai non c’era più storia, con i “grandi” diventa un’altra questione. Vero è che quando Simone Inzaghi, a gennaio, nella gara vinta (3-0) contro il Monaco, con cui l’Inter chiudeva la prima fase della Champions League, l’ha buttato dentro nel finale, Giacomo non ha chiesto mica il permesso per mettere in imbarazzo gli avversari. Avvicinandosi addirittura al gol nel recupero, con un tiro fortissimo da posizione alquanto defilata, che sfiorava la traversa.

Questo divario naturale, sin troppo evidente con i pari età – retaggio di una qualità tecnica che gli consente di fare quello che vuole col pallone tra i piedi -, potrebbe assottigliarsi notevolmente in B. Lecito chiedersi se i marpioni della categoria lo guarderebbero con finto distacco, piuttosto che impartirgli severe lezioni circa l’atteggiamento da assumere per un rookie. Inoltre, va puntualizzata la posizione in campo. Nella Primavera di Zanchetta occupava lo slot di esterno destro, schierato a piede invertito, inanellando cifre importanti: 11 gol e 9 assist. All’Inter hanno sempre creduto nella sua affermazione, tant’è che il capo scout dei nerazzurri, Giuseppe Giavardi, lo aveva notato prima che compisse 14 anni, nella sua Casale sul Sile, tredicimila abitanti nel Trevigiano. E una volta raggiunta l’età minima per ottenere il placet al trasferimento fuori regione, l’ha portato a Interello, dove ha compiuto la classica trafila nel vivaio. Presenza fissa delle Nazionali giovanili, ha indossato l’azzurro dall’Italia U15 fino all’U20, dove ha esordito nel settembre del 2024.

Adesso spetterà a Ignazio Abate mettere De Pieri alla prova in una delle realtà più interessanti del prossimo campionato. Il calcio che vorrà proporre il nuovo allenatore della Juve Stabia è assai organizzato e dall’indole decisamente “giochista”. Si basa sulla costruzione dal basso, il pressing ed il dominio del possesso palla. Per assimilarlo forse serve un po’ di tempo e pazienza. A Giacomo non manca; come del resto, il talento purissimo. L’unica cosa di cui difetta attualmente rimane il minutaggio. Dunque, l’esperienza a Castellammare serve per compiere lo step successivo. In tal senso, il fatto che Lovisa l’abbia voluto fortemente è una conferma del suo status di prospetto interessante; nonché un buon segnale per il nostro calcio. Perché i giovani devono giocare, a dispetto della mentalità gerontocratica che invece li vuole vivacchiare in Primavera.

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